Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

Introdurre il match domenicale ormai diventa un affare legato alla preveggenza. La Pallacanestro Trieste continua a visitare con preoccupante continuità l’infermeria, facendo la conta degli effettivi a disposizione. Il punto è che fra i medio/lungo degenti ci sono “top player” che spostano, e di molto, l’ago della bilancia nella valutazione d’insieme. Gioco forza l’analisi della sfida alla forte Germani Brescia non può che focalizzarsi sul team allenato da coach Giuseppe Poeta. Mi soffermerei inizialmente su un valore che prescinde dalle statistiche o dai numeri, cioè sulla qualità dei singoli giocatori del roster lombardo: Miro Bilan è un docente di gioco nel pitturato, uno degli ultimi veri lunghi con movimenti… da lungo. Amedeo Della Valle e Nikola Ivanovic sono attaccanti mascherati da registi, ideali fruitori di “pick and roll” fatti come si deve, grazie alla competente esecuzione in abbinata al duo Bilan-Ndour. Poi Jason Burnell, straordinario “lettore” offensivo (con giocate spalle a canestro, spesso) e arma difensiva, per cui servirà il miglior Jarrod Uthoff; Chris Dowe come eccellente attaccante dal palleggio e David Cournooh, complemento ideale per qualsiasi squadra. Nelle statistiche la Germani eccelle in diverse categorie, la prima fra tutti, e che accomuna Trieste, è il tiro da tre punti: i lombardi sono primi in serie A con il 42.1%, grazie ad una corale espressione offensiva che mette importanti terminali in grado di colpire (Della Valle 45.8%, Ivanovic 51.1 e Rivers 46.3), mentre Trieste rimane al 4° posto con il 39.3 globale. Ovviamente, con importanti uomini d’area e con un gioco convincente, facile ritrovare Bilan e soci anche molto in alto nella graduatoria per la percentuale nel tiro da due punti: 5° posto con il 56.1%, anche se Trieste fa meglio con il 57.5%. Entrambe le contendenti segnano tanto, 92.1 punti per allacciata di scarpe per Brescia, 88.9 per la formazione giuliana. Nuovamente un “gap” importante (solito) lo si riscontra nelle palle perse, fardello pesante e compagno di viaggio per la squadra allenata da Jamion Christian (ultima con 16.1 a partita), a differenza di un più leggero 11.7 di Della Valle e soci; aspetto questo che risulta sanguinoso nell’ottica che un pallone consegnato all’avversaria toglie punti potenziali e concede altrettanti, quindi c’è una doppia negatività di fondo. Un’ultima nota lieta in vista di domenica sera, l’occasione da parte del pubblico triestino (sarà molto numeroso anche questa volta ndr.) per riabbracciare Giancarlo Ferrero, protagonista dell’incredibile scalata alla serie della Pallacanestro Trieste.

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