Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

Per parlare della Virtus Bologna è necessario dividere in “a.D.” e “d.D.”, cioè “avanti Dusko” e “dopo Dusko”, e per Dusko ovviamente parliamo di coach Duskop Ivanovic, insediatosi da una decina di giorni sulla panchina felsinea, dopo le dimissioni di Luca Banchi. Da quel momento la Segafredo ha vinto perentoriamente a Milano contro l’Olimpia e ha sbancato il parquet del Baskonia in Eurolega con una giocata da cineteca di Will Clyburn da 4 punti. Il primo aspetto acuito dopo l’arrivo dell’allenatore montenegrino è che diversi giocatori “demotivati” dalla cura Banchi si siano rianimati, in primis proprio Will Clyburn, l’ex Trieste Andrejs Grazulis, Daniel Hackett e “Toke” Shengelia; questo fa si che il tasso qualitativo dei bianconeri torni ad essere vicino all’eccellenza, grazie ad un nuovo piacere nel passarsi la palla; prima in serie A per assist (21.7), la Virtus fa “correre” la difesa, muove la palla per cercare il miglior terminale. Proprio la qualità dei passaggi e l’extra-pass utile per smarcare un tiratore, rende la compagine di Ivanovic un’arma totale che tira molto bene dal campo: eccellenza assoluta nel tiro da due punti (58.9%), in cui spiccano l’81% di Achille Polonara e il 63.4% di Tornike Shengelia, abbinata ad un buon 35.8% da oltre l’arco dei tre punti, capeggia la classifica nel tiro globale con il 50.3%. Il vero spauracchio per Trieste è rappresentato dall’ “artiglieria pesante”. Sotto canestro Bologna può schierare Zizic, Diouf (giocatore in clamorosa ascesa ndr.), Shengelia, potendoli abbinare a numeri “4” di grande efficacia come Polonara, Grazulis e Clyburn; è quindi abbastanza evidente come Johnson e soci debbano cercare di riempire il pitturato per rendere complessa la vita ai sopra citati. Avendo di fronte Alessandro Pajola, le palle perse dei biancorossi giuliani accendono una spia rossa e una sirena assordante; elargire palloni agli avversari in maniera superficiale vorrebbe dire materializzare break da cui è impossibile risalire. Anche la difesa delle “Vù nere” appare più votata al sacrificio, prova ne siano i 73 punti concessi al Forum di Milano, in controtendenza rispetto agli 82.8 di media concessa alle avversarie nella massima serie. Palle perse e difesa non devono fuorviare e soprattutto “violentare” la natura del gioco della Pallacanestro Trieste; correre è ossigeno tattico per Ruzzier e soci, farlo con criterio diventa imperativo quando puoi permetterti di sbagliare poco o niente. Anche perché, una sfida di questo lignaggio, è sempre una palestra per le prossime sfide decisive contro la Vanoli Cremona e la Reyer Venezia.

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