Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

Cominciano le partite che valgono il doppio, la Pallacanestro Trieste fa visita alla Unahotels Reggio Emilia, fresca della qualificazione alle TOP16 della FIBA Champions League e appaiata con Trieste al 6° posto della serie A con 18 punti. Oddio, la parola “fresca” è quanto mai impropria, visto che il team di coach Priftis ha dovuto affrontare un tour de force, fra coppa e campionato, di 4 partite in 10 giorni. Variabile non trascurabile perché, se da un lato i reggiani hanno fatto il pieno di autostima e sono con il morale alle stelle, dall’altro potrebbero pagare un minimo scotto in termini di energia, anche per il fisiologico rilassamento mentale dopo un grande traguardo raggiunto. All’andata, senza Ross e Brooks, Trieste dovette lasciare il passo agli ospiti, forse in una delle prestazioni più opache per la compagine allenata da coach Christian; 85-97 il finale, divario che lascia poche o nulle speranze ad un eventuale ribaltamento della differenza canestri. E’ abbastanza evidente come la Unahotels, confrontata con la Pallacanestro Trieste, abbia un vantaggio enorme nel reparto lunghi: Mouhamed Faye, Stephane Gombauld e Kenneth Faried sono un tris d’assi che abbinano il dinamismo ad una spiccata verticalità; non a caso la Reggiana è al 2°posto in serie A per rimbalzi offensivi (12.5), proprio dietro Trieste (13.4), e 3° nel computo generale (Trieste sempre 1°). In sostanza i nostri avversari hanno tanta produzione nel pitturato dai giocatori di reparto, mentre i giuliani attingono un po’ da tutti, anche dagli esterni con insospettabili doti da rimbalzisti. Paradossale come un tallone d’Achille di Reggio fosse il tiro da tre punti, essendo al 13° posto con un mediocre 34.4 ma potendo sfruttare una batteria dall’alto lignaggio balistico composta da Jaylen Barford, Cassius Winston, Jamar Smith, Michele Vitali e Kwan Cheatham, quest’ultimo il più “chirurgico” della lista, uomo per triple pesanti nell’economia della gara. Stesso discorso dicasi per il tiro da due punti: emiliani al 13° posto nella massima serie con il 51.9%, contro un buon 5° posto del team di coach Christian. E’ evidente che le statistiche dicono pochissimo di quello che è il potenziale dei nostri prossimi avversari, riconducibile a qualcosa che non è traducibile nei numeri: la personalità. Cassius Winston è un playmaker realizzatore di grande estro, tenace e duro nel modo di interpretare la pallacanestro; se parte in penetrazione porta quasi sempre qualcosa a casa, o un canestro o un fallo subito. Forse la marcatura su di lui dovrebbe essere abbinata con un giocatore di taglia superiore. Già detto di Kwan Cheatham, uomo glaciale per triple dall’alto peso specifico, e ovviamente Jamar Smith, il “professore” paragonabile, per pulizia cestistica e intelligenza, a Markel Brown. Sarà una partita da giocare sui 40 minuti, probabilmente equilibrata, in cui Trieste deve aver ben chiara l’idea che il PalaBigi non è un fortino inespugnabile: 4 vinte e 3 perse nel computo stagionale per la Unahotels fra le mura amiche.

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