Sarebbe riduttivo ricondurre la sfida della Pallacanestro Trieste alla Virtus Bologna all’assenza di un bomber di razza come Carsen Edwards (due settimane di stop per lui, ndr.). Troppo semplicistico, alla luce del fatto che la Virtus Bologna è la squadra migliore in serie A per assist (21.3 a partita), per tiri da due punti (58.4%), seconda per tiri da tre punti (37.5%) e terza nei tiri liberi (79.5%) e nelle palle recuperate (7.5). Cosa sta a significare tutto ciò? Una sola cosa, che è la squadra che gioca meglio nella LBA, che mixa brillantemente gioco di squadra (vedi assistenze) con la qualità intrinseca dei propri attori. Tutto questo grazie all’immenso valore del condottiero, quel Dusko Ivanovic ancora col fiatone ai piedi del Santuario di San Luca, meta prefissata per sbollire la rabbia della sconfitta di Eurolega con l’Olympiacos, complice un’infrazione evidente di 5” sulla rimessa dei greci.
Il viatico è caratterizzato da una Virtus arrabbiata al Palatrieste, comunque desiderosa di mantenere la vetta in vista delle Final Eight, forte anche della convinzione che senza Edwards si può giocare meglio. Non è una provocazione, un accentratore sarà sempre un equivoco in un gruppo di livello alto, prova ne sia il recupero dal -20 in Eurolega senza di lui. Poi, avercelo, è meglio che vederlo in borghese…
Non sto troppo a “ciurlare nel manico”, la Pallacanestro Trieste senza Mady Sissoko deve prima sperare che la versione felsinea sia sbiadita, un po’ “conservativa” rispetto al tour de force in cui è immersa, e rispetto alle prossime decisive partite di Eurolega. Qualora arrivasse questo tipo di assist, Brown e soci devono in prima battuta avere un grado di attenzione massima alle palle perse; di fronte ci sono i più abili “rapinatori”, da Pajola a Vildoza, uomini che sulle linee di passaggio sguazzano come salmoni in risalita dai fiumi di acqua dolce.
L’aspetto difensivo ha un valore importante, soprattutto sugli angoli dall’arco dei tre punti, dove magistralmente Pajola e soci fanno arrivare palloni per conclusioni con chilometri di spazio per grandi esecutori come Alston (46.5% da tre punti), Smailagic (45.8% da oltre l’arco); in generale, l’aspetto della tenuta difensiva sull’ “uno contro uno” può avere un’incidenza enorme, così come “riempire l’area” per creare “traffico” ai lunghi bolognesi; con un adeguato e didattico “tagliafuori”, portare tutti gli uomini a dare una mano ai rimbalzi in assenza di Mady Sissoko potrebbe risultare straordinariamente utile.
Fra le righe si capisce, la sfida da “sold out” del Palatrieste (ancora una volta risposta clamorosa del pubblico triestino), passa inevitabilmente per una concatenazione di fattori, anche indipendenti dalla volontà di Deangeli e soci. E’ comunque un’altra nobile pagina di pallacanestro da vivere, a prescindere dal risultato finale.
Raffaele Baldini

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