Monologo virtussino, gara 1 è di Bologna
Ci siamo, il momento tanto atteso è arrivato. Teatro di gara 1 della finalissima play off è il PalaDozza, ovviamente bardato rigorosamente di bianco-nero. L’Alma, trascinata dall’entusiasmo tangibile di 250 tifosi giunti a Bologna e da una città che palpita di passione, cerca l’impresa sulle ali di gara 5 e della clamorosa eliminazione della Fortitudo Bologna.
Alla faccia della tensione il match parte con quattro triple, due per parte, 6-6 e spettacolo subito dalla palla a due; Lorenzo Baldasso è costretto a due infrazione per fermare un tarantolato Umeh, autore di 6 punti. La Virtus non sbaglia nulla, per chi pensava che la compagine di Ramagli fosse anestetizzata da tanta inattività; Alma non si demoralizza, risponde con personalità: 13-12. Bene l’attacco giuliano, troppo molle difensivamente per una finale; anche Kenny Lawson incanta per pulizia tecnica, padroni di casa in stato di grazie, il -1 è un sorriso a 32 denti per Trieste. Due triple del “microonde” Prandin impattano il match, c’è anche la palla del vantaggio (sprecata) ma anche il secondo fallo di Jordan Parks: 22-22. Bagarre in campo e sugli spalti (qualche scaramuccia nel settore biancorosso), Stefano Gentile si sblocca con una tripla e prima frazione chiusa sul 27-24. Parks e Green confezionano un orrore che, come la legge del basket insegna, viene punito con una tripla per inerzia decisa a favore delle “Vù nere”: 32-26 e coach Dalmasson imbestialito chiama time out. Alma implosa offensivamente con soluzioni estemporanee di Cavaliero, mentre dalla parte opposta Michael Umeh è in una di quelle serate che potrebbe segnare di tacco; massimo vantaggio sul +11 e dominio indiscutibile. Storie tese fra Spissu e Cavaliero, si accende definitivamente la finale, si spegne però la verve biancorossa. Sicuramente una delle chiavi del primo tempo è la difesa da manuale di Ndoja su Da Ros, totalmente eclissato; dalla lunetta Trieste riprende colore, parzialino e – 6 sul tabellone. Torna Lawson a giocare con i bambini, un totem che si può adorare e non arginare, 16 punti con un solo errore dal campo; l’antisportivo di Cavaliero sostanzia una difficoltà Alma espressa nei punti concessi all’avversaria. Squadre all’intervallo sul 52-38.
Matteo Da Ros pescato in un quarto fallo risibile, ma questo segnale è più il manifesto della frustrazione che punizione eccessiva per i biancorossi: 57-38 e notte fonda in casa giuliana. Michael Umeh scherza con il diretto avversario: 5/9 dall’arco e Trieste sotto di 22 punti. Un “ciapa-no” di proporzioni epocali per gli uomini di Dalmasson, una lezione di finale certamente propedeutica. La Virtus è leggera, vola a +29 nonostante i tifosi triestini continuino a tifare incuranti. Terzo quarto da tregenda limato da una compassionevole superficialità virtussina, tabellone che segna 70-50. L’orgoglio Alma non è mai mancato in questa lunga stagione, anche nell’ultimo quarto si vede un atteggiamento volitivo, in primis da Alessandro Cittadini: 70-52. Matteo Da Ros testardamente ma senza costrutto prova a farsi giustizia tecnica, Trieste con diverse occasioni per limare il gap, è proprio una serata no. La bomba di Spizzichini e il la “mattonata” di Cittadini chiude ogni speranza di rimonta, sei lunghi minuti per arrivare alla sirena del quarantesimo minuto: finisce 85-62, è 1 a 0 Virtus ma come dice sempre coach Dalmasson, è già tempo di resettare tutto perchè domani è un altro giorno.
Raffaele Baldini (www.cinquealto.com)
Pubblicato il giugno 13, 2017, in BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Alma Trieste, Finale playoff 2017, Raffaele Baldini, Virtus Bologna. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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