Luigi Scavone: “rispetto l’azionariato ma preferisco l’azionista forte di riferimento”


Luigi ScavoneFonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

In Alma non ci sono filosofie omologate, bensì pluralità di pensiero. Alla recente discussione aperta dall’amministratore delegato Gianluca Mauro sull’azionariato popolare quale possibile supporto alla causa cestistica cittadina, il Presidente e azionista di riferimento Luigi Scavone inquadra la questione in un’altra ottica manageriale: “Il mio modo di concepire una sponsorizzazione è il seguente: credere in un progetto, supportarlo, dialogare con il territorio, creare valore, interagire e investire per vincere. Non sempre tutto funziona, a volte servono correttivi, ulteriori investimenti, adattamento, ma lo schema di riferimento è sempre e solo questo”.

L’azionariato popolare, argomento d’attualità in diversi ambiti sportivi (Happy Casa Brindisi, ma anche Pordenone Calcio), non è un’idea negativa per Scavone, ma un’operazione da calibrare secondo circostanza: “nella mia visione, l’azionariato popolare funziona bene come proprietà diffusa quando vi è un modello identitario da sostenere (si pensi al Barcellona Calcio, e al simbiotico legame con la Catalogna espresso proprio nella partecipazione all’azionariato popolare della squadra), o quando vi è una crisi economica da risolvere: in questo contesto, una ripartenza con una proprietà diffusa crea quella solidarietà necessaria a ricostruire e rinascere. Il meccanismo finanziario del supporter trust ha bisogno di un bacino di utenza molto grande per garantire quote basse, o un minor numero di trustee, ma disposti a sostenere ogni anno la squadra con una quota non irrilevante, che si somma e non si sostituisce agli abbonamenti. Sono meccaniche che troppo spesso si scontrano con la realtà economica, e dal mio punto di vista, per la tipologia di obiettivi che intendiamo raggiungere con le nostre sponsorship, preferisco il tipico modello di gestione e governance, rappresentato anche nella nostra società.” A Trieste quindi vige un principio di coerenza aziendale secondo il Presidente: “ho massimo rispetto per questo modello di gestione e per le persone che investono insieme, in progetti che partono dal basso – ha commentato ancora Scavone – ma non sarei coerente con la nostra storia a Trieste e le azioni e gli investimenti che abbiamo portato avanti in questi anni nelle sponsorship in Italia e all’estero, se dicessi di sostenere progetti di azionariato popolare. Nel nostro modello di business – ha continuato Scavone – è necessario essere un azionista forte e di riferimento, altrimenti vi è il rischio che il ritorno della sponsorship non si concretizzi come atteso, l’investimento sia meno efficace e la società sportiva non abbia sufficiente forza per emergere.”

Fondamentale la chiosa finale, incentrata sul comun denominatore di valorizzare un patrimonio cittadino, il basket, oggi più che mai traino emotivo di popolo:
“Si badi bene di non confondere la mia posizione – ha concluso Scavone – che è meramente legata al modello di business, con il tema del rispetto del territorio e il suo coinvolgimento: rispetto Trieste e i triestini e tutti gli appassionati di basket, e la mia priorità è quella di garantire i risultati sportivi della società, consolidandola e dando gli strumenti per eccellere. Questi sono i risultati della sponsorship nella mia visione, pur nel massimo rispetto delle posizioni di chi interpreta diversamente la proprietà di una squadra”.

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Pubblicato il febbraio 9, 2019, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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