Juan Fernandez: “Trieste è casa mia”

FERNANDEZFonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

Juan Fernandez, ovvero quando la volontà di emergere restituisce un playmaker di livello. Ad “Aperitivo sotto Canestro” si parla di tante cose, a partire dall’infausta partita contro Sassari di domenica: “volevamo tutti un esito diverso, forse involontariamente la posta in palio ha pesato sulle nostre teste, bloccandoci mentalmente e impedendoci di esprimere il nostro gioco. La squadra di Pozzecco è stata bravissima a punire ogni nostro errore, non a caso secondo il mio punto di vista è la compagine più forte del campionato.” Qualcuno ha visto segni di stanchezza, può essere un calo fisico a neanche due settimane dalla splendida impresa con Venezia? “Infatti non c’è nessun calo atletico. Semplicemente quando la testa è condizionata anche il fisico ne risente di conseguenza, per cui tutti sembriamo più lenti.” Questa pesante sconfitta può in un certo senso condizionarvi per il prosieguo, soprattutto in vista della decisiva sfida di Milano con l’Olimpia? “Certamente non è stata digerita, tutto il gruppo ha addosso la giusta rabbia per riprendere a lavorare in vista della sfida di domenica. Già oggi saremo in palestra a faticare, a giocare duro, perché al Forum non vogliamo fare calcoli guardando le avversarie, ma contare su noi stessi.” Il tuo rendimento nella massima serie sembra aver restituito un grande giocatore, leggermente appannato lo scorso anno in serie A2, anche causa infortuni. Quali sono i motivi della rinascita? “Tre sono gli elementi: il primo è voler dimostrare che sono un giocatore da serie A. Troppa gente negli anni ha posto dubbi a riguardo, troppo spesso ho sfiorato la possibilità di confrontarmi con questi palcoscenici, finalmente ho avuto la mia occasione grazie a Trieste. Il secondo motivo è la fiducia ricevuta da coach Dalmasson, dallo staff e dalla società, sin dai tempi del loro volo in Spagna per portarmi a Trieste. Infine il lavoro fatto in estate, decisivo per rimettermi fisicamente in sesto.” Azzardiamo un quarto aspetto, cioè l’immersione in una realtà ideale anche dal punto di vista famigliare: “sicuro, Trieste è la mia casa…fuori di casa. Quando scelgo una piazza dove andare a giocare, valuto prima le condizioni ideali per la famiglia, poi i soldi. In città ci troviamo benissimo, aveva ragione Ale Cittadini che me la consigliava, si vive bene e si respira pallacanestro, motivo per cui voglio restare a lungo qui.” Con le vicende societarie legate all’arresto del Presidente Scavone, hai temuto di perdere tutto questo? “Non posso dire che non mi abbia colpito, o che non ci abbia pensato. Però io e i miei compagni abbiamo avuto le rassicurazioni del caso dal primo minuto, concretizzate da dati di fatto. Sono convinto che tutto si risolverà senza problemi.” E’ vero che questa estate hai deciso di restare in città per lavorare sulla tua pallacanestro e sul fisico per migliorare ancora in vista della prossima stagione? “Si. Con Marco Legovich abbiamo studiato un piano di lavoro che mi impegnerà durante tutta la pausa estiva. Sono fortunato perché le mie poche ferie le trascorrerò in Europa seguendo mio fratello in tournè (campione paraolimpico di tennis ndr.), quindi non avrò spostamenti dispendiosi oltreoceano.” Dovessi consigliare un giocatore all’Alma Trieste per il prossimo anno? “Scelgo uno nel mio ruolo, Aaron Craft di Trento. Giocatore forte prima di tutto mentalmente, grande leader e costruttore di gioco.”

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Pubblicato il Maggio 8, 2019, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.

  1. Marica lesnicar

    Se anche un bel mulon

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