Cinepanettone…
E niente, ci si appellava al buon senso del competente stuolo di appassionati di basket triestini, ed invece i social hanno alzato il sipario sulla “guerra” fratricida fra i dalmassoniani e i non dalmassoniani. #iostocondalmasson è lo slogan urlato dagli strenui difensori di chi ha governato 10 anni di basket a Trieste con costrutto e risultati. Ma, la domanda sorge spontanea, chi non approva questo slogan?
Dopo 10 anni del genere, dopo quello che si è vissuto, TUTTI dovrebbero sottoscriverlo a prescindere dal finale della storia. Mi sembra un pleonasmo di troppo rimarcarlo, come mi sembra di una ingenerosità aberrante il fatto di accompagnare un allenatore verso la fine dell’esperienza a Trieste con accenti grevi e maleducati. Cambiare significa provare un percorso alternativo, non bocciare; non avere risultati nello sport, scienza non matematica per eccellenza, non vuol dire veicolare colpe su persone o cose.
Chi vive di pallacanestro sa perfettamente che le sfumature hanno un ruolo chiave, dalla chimica fra giocatori a quella del gruppo con il coach, sino a situazioni mutevoli che prendono forma durante la stagione. Uso una frase dello stesso Dalmasson per sostanziare il concetto della mutevolezza in questo ambiente: “se è in discussione Obradovic al Fenerbahce, posso esserlo a maggior ragione io a Trieste.”
Poi la conferma societaria che spiazza tutti, che fa ri-arrotolare gli striscioni con slogan annessi e che apre una cervellotica costruzione sul futuro.
Ed è proprio dall’ultimo passaggio che si sostanzia un errore certo: la tempistica societaria. L’ “equivoco” Treviso, con una vittoria arrivata soprattutto per il calo avversario, ha immobilizzato l’entourage sia nella ricerca dei rinforzi, sia nelle valutazioni sull’allenatore. Settimane perse stancamente ad aspettare l’illuminazione divina sotto le volte dell’Allianz Dome (sarà per il mistico spirito natalizio), una ricerca circoscritta a due giocatori (peraltro già sotto contratto) e il panico post Cantù. Nemmeno in quell’occasione la società ha dimostrato carattere, chiamata in causa apertamente da Dalmasson, ha dapprima sparso politichese in sala stampa, delegittimandolo poi con una riconferma arrivata alla fine di una serie di contatti con altri colleghi.
Risultato? Società che non crede fino in fondo al suo allenatore, allenatore che non crede ai propri giocatori, l’obbligo a questo punto di sostituire velocemente almeno due giocatori e prendere “a calci nel culo” altri, insomma tutto quello che non serve ad una società che deve salvarsi in serie A1.
Altro che #iostocondalmasson, si vara il più attuale #iostoconponziopilato.
E buon Natale a tutti!
Raffaele Baldini
Pubblicato il dicembre 25, 2019, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Allianz Trieste, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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