Stranieri che partono, o forse no. Gandini: “facciamo di tutto per chiudere la stagione”

20200307_184704Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele baldini

Continua l’esodo straniero in fuga dal Covid-19, in barba a contratti, rassicurazioni e di un sistema sanitario, come quello italiano, fra i migliori al mondo. In tutti c’è il principio “se devo stare male, preferisco essere a casa mia.” Il problema è che molti di loro non hanno fatto sapere nulla alle società, mettendo in difficoltà l’ambiente. “Non riesco a smettere di avere paura” ha twittato l’ex Trieste Jordan Parks, ma il presidente della Dè Longhi Treviso Vazzoler è durissimo con lui e Logan: “Atto scorrettissimo, nei confronti dei compagni di squadra e poi del club. Mi aspettavo lealtà da loro.” Anche Tyler Stone e Iris Ikangi di Brindisi sono irreperibili,  il presidente Marino è però più comprensivo: “Ho parlato con i giocatori, sono liberi di prendere le loro decisioni, ricordando però che sono professionisti legate alle società.”. Anche coach Vitucci non sembra particolarmente preoccupato: “Ognuno è libero di compiere le scelte che ritiene più opportuno compiere. A me, allo stato, non risulta. Ripeto: la società ha concesso a tutti dieci giorni di stop. Ognuno valuta quel è la migliore cosa da fare e decide in un senso o nell’altro.”Al momento quindi la conta dei partenti si ferma a 6: Jordan Parks e David Logan (Treviso), Troy Williams e Zach Thomas (Pesaro), Jason Clark (Varese) e Tyler Stone (Brindisi). Ci sono altri sul piede di guerra, come James White di Roma, ancora però nella capitale in attesa di prendere decisioni definitive; Julyan Stone di Venezia, veniva dato sull’aereo con smentite societarie poche ore dopo, mentre il neo varesino Toney Douglas, ora a Londra ad assistere la moglie partoriente, conferma di rientrare in Lombardia il 19 Marzo. Ultimo non ultimo Akil Mitchell, con i messaggi sui social eloquenti e la volontà sempre più stringente di tornare negli States. In sostanza la precarietà della situazione italiana legata al Covid-19 non trova uomini o notizie che possano rasserenare i protagonisti, figuriamoci dirigenti di società sportive che gridano senza troppa convinzione il rispetto dei contratti in essere. Prova a tirare le fila il nuovo presidente della LBA Umberto Gandini, fra coppe europee tutt’ora in corso e la sospensione del campionato nazionale: “La cosa più logica e razionale che si possa fare oggi, rispettando le regole che ogni singolo paese ha imposto e mantenendo quella autonomia che lo sport ha sempre avuto, è cercare di portare avanti le competizioni europee con le regole esistenti, almeno per chiudere il turno. E’una cosa che ha senso, anche se posso capire che possa sembrare folle in alcune situazioni.
L’unica cosa che si può fare è navigare a vista, cercando di rispettare le regole sia in Italia che altrove e avere, da un certo punto di vista, un pizzico di tolleranza verso queste entità sovranazionali che operano in una situazione che, tutto sommato, è ancora a macchia di leopardo. Abbiamo sospeso la Serie A, il basket… ma non vuol dire che è finito. Rispettando le normative che ci sono date, cerchiamo di portare avanti quello che si può realisticamente portare avanti”.

Ancora più deciso il presidente Fip Gianni Petrucci, chiedendo un’univoca visione d’insieme,  soprattutto in ambito europeo: “Ciò che succede è sotto gli occhi di ognuno, non solo in Italia ma in Europa e nel mondo: chi ha la responsabilità deve assumere decisioni inequivocabili e univoche, molto chiare. Ora non c’è certezza: si gioca, non si gioca, si gioca senza pubblico. Per alcuni gli allenamenti sono difficoltosi. L’Italia è un Paese chiuso, altri sono come eravamo noi 15 giorni fa Perché solo le nostre devono essere limitate? Bisogna essere concreti: la salute viene prima di qualsiasi competizione sportiva”.

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Pubblicato il marzo 12, 2020, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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