La psicologa: “Sarà un rientro graduale, lavorando sugli obiettivi a lungo termine. I più stressati gli allenatori”
Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini
Mai come in questo periodo viviamo un’emergenza che non è solo sanitaria ed economica, ma anche psicologica. Chi meglio della dott.ssa Marina Gerin, Presidente di PdS Psicologi dello Sport, con un passato a servizio della Pallacanestro Reggiana e del Modena Volley, può darci un quadro esaustivo della situazione in piena ondata CoVid-19.
Si è parlato di danni fisici ed economici, ma pochi hanno messo in evidenza l’incidenza del CoVid-19 sulla nostra quotidianità. Come “lavora” il virus nelle nostri menti chiuse dalle quattro mura di casa?
“Ho notato che nei soggetti già stressati, emotivamente provati, vi è un’esacerbazione dei sintomi. Quando sembrava esserci una remissione delle problematiche, l’avvento di un’emergenza improvvisa e che non si conosce come il CoVid-19, ha riportato a stadi precedenti con una regressione evidente. I più colpiti sono gli sportivi, abituati ovviamente ad evadere dalle quattro mura di casa e a vivere l’allenamento come un senso di libertà, spazialmente non vincolato. Anche le coppie stanno mettendo a dura prova la loro solidità; dove c’erano delle crepe nel rapporto e dove non sono stati in grado di ritagliarsi dei micro cosmi autonomi, la convivenza ha tinte forti in questo periodo.”
In ambito sportivo, la ripresa delle ostilità sarà dettata solo da una risoluzione del problema sanitario o bisognerà tener conto di come l’essere umano tornerà ad approcciarsi ad uno sport di contatto?
“Sarà molto complesso e graduale il ritorno ad attività di contatto, come la pallacanestro. Dove il virus ha creato delle distanze sociali, gli atleti avranno bisogno di tempo e di step incrementali per liberare la mente e riprendere spontaneamente il contatto fisico. Pensate solo agli allenamenti, che partiranno con i protagonisti distanziati, mandati a turno in spogliatoio o addirittura fatti uscire ad uno ad uno dall’impianto. Ecco, da queste premesse capite che i soggetti più stressati alla ripresa delle ostilità saranno sicuramente gli allenatori, costretti ad un modus operandi lontano da quello ortodosso.”
Sarà più o meno condizionante dell’AIDS?
“Ci sono similitudini. Entrambi fanno vivere nella paura, in quanto portatori di morte. Anche l’HIV aveva connotati nebulosi inizialmente, la trasmissione non si capiva attraverso cosa avvenisse; poi, con le cure che hanno, perlomeno in Europa, allontanato lo spettro della morte, la gente ha metabolizzato e normalizzato il fenomeno. Con il CoVid-19 avverrà lo stesso.”
Agli sportivi quale lavoro mentale consiglia di fare per modellare la psiche investita da uno tsunami chiamato CoVid-19?
“Lavorare sulle emozioni, proiettarle in obiettivi futuri. Non è una condizione normale, in cui la meta è settimanale o addirittura giornaliera; bisogna maturare il principio di tener vive le ambizioni, che l’allungamento dei tempi è fisiologica necessità che governa il mondo intero. Se le Olimpiadi sono state posticipate, allora ogni singolo atleta di ogni singolo sport può considerare “normale” spostare la linea degli obiettivi più in avanti.”
Il tifoso medio tornerà a sedersi sulle gradinate di un palazzetto a emergenza conclusa?
“Esattamente come per gli sportivi, cioè sarà graduale e dettata dai caratteri dei singoli individui. Dapprima si tornerà con una distanza fisica fra tifosi, poi ci sarà una distanza “caratteriale”, in cui il più spavaldo trascinerà al proprio fianco quello più timido; ed infine la libertà di abbracciarsi e tifare, quando tutto sarà dimenticato.”
Pubblicato il aprile 9, 2020, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Marina Gerin, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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