Monte ingaggi netto in LBA: aumenta la forbice fra le “big-3” e le altre
Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini
CoVid-19 che lascia strascichi evidenti, maggiormente nelle realtà sportive che non godono del supporto governativo come il calcio, o che non sono “indispensabili” per il modus vivendi degli italiani. Alcune società addirittura sono alla canna del gas, Vanoli Cremona su tutte (20% di possibilità di permanere nella massima serie) e quasi sicuramente l’OriOra Pistoia secondo le ultime dichiarazioni del presidente Massimo Capecchi. La Vuelle Pesaro invece potrebbe, con l’aiuto del gruppo Beretta, iscriversi in extremis per poi vivere la consueta stagione di sofferenza. Quanto incide l’ultima emergenza sanitaria con il monte ingaggi della serie A? Calcolando che la spesa rappresenta il 30/35% del budget annuale dei club e che la maggior parte delle realtà vivono anche degli introiti da abbonamenti e botteghini, c’è uno stacco ancora più ampio fra le 3 “big” del campionato Armani Milano, Segafredo Bologna, Reyer Venezia, e tutte le altre. Se pensiamo che la forbice può passare dagli oltre 10 milioni di monte ingaggi netto a disposizione dell’Olimpia a quello probabile delle più “povere” attorno ai 600 mila euro. La lettura quindi da dare è che in sostanza Milano, Bologna (con 3,5 milioni di euro) e Venezia (2 milioni di euro) agiranno sul mercato senza farsi distrarre dalle questioni legate al post emergenza sanitaria; non ci saranno quindi rivoluzioni, a disposizione di Ettore Messina ci sarà una cassa praticamente senza tetto massimo e per coach De Raffaele qualche intervento chirurgico di livello in mezzo ad un roster strutturato. Subito dietro la Germani Brescia, rinvigorita dall’ingresso del nuovo patron Mauro Ferrari con 1,5 milioni di euro, più o meno la spesa della scorsa stagione, e la Dinamo Sassari. Tutte le altre registreranno un taglio attorno al 30% del monte ingaggi netto rispetto alla stagione precedente, tutte comunque sotto il milione di euro (l’anno scorso Trento e Reggio Emilia erano sopra ndr.), uniformando sulla carta la qualità dei roster. E Trieste? L’Allianz potrebbe avere una sorta di vantaggio rispetto alle altre, grazie alla solidità del colosso assicurativo e di Blue Energy, ma c’è da vedere quanto pagherà lo scotto di un botteghino che potrebbe essere meno generoso in funzione delle norme di sicurezza contenitive. L’idea di poter andare su un roster 5+5, presuppone un budget di base per ingaggi netti di 700 mila euro, a spanne 500/550 per i 5 stranieri e il resto per gli innesti italiani, in quella terza fascia che comprenderà anche Treviso, Brindisi, Varese, Torino, Trento e Reggio Emilia. Curiosa è la posizione della Fortitudo Bologna. Da voci insistenti su una presunta crisi economica a fine campionato scorso, con il ridimensionamento dell’ingaggio di Pietro Aradori, a società virtuosa in grado di “elargire” contratti pluriennali al coach della Nazionale Meo Sacchetti e al miglior americano della scorsa stagione Adrian Banks. Infine, l’altra grande speranza per alleggerire le casse dei club, e quindi dando respiro agli investitori, è la proposta del “Comitato 4.0” di introdurre un credito di imposta per le sponsorizzazioni pari al 50% del valore sopra i 10 mila euro, con un costo per l’erario di 96 milioni di euro. Si tratterebbe comunque di un costo bilanciato dalla salvaguardia del potenziale gettito fiscale e contributivo di associazioni sportive di medie dimensioni; in sostanza un’operazione alla pari.
Pubblicato il giugno 13, 2020, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag LBA, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
Lascia un commento
Comments 0