
Dal 2004, anno in cui cominciai a scrivere di pallacanestro, e specificatamente sulla prima squadra di Trieste per Basketnet, penso di non aver perso una partita. Non c’è stato niente e nessuno che potesse spegnere la “fame” di vivere lo sport dal vivo, la voglia di raccontare una passione.
L’era del CoVid19 mi regala anche questa “emozione”, quella di essere escluso dall’accreditamento per la sfida di Supercoppa fra l’Allianz Trieste e la Dolomiti Energia Trento, la prima uscita ufficiale della nuova squadra, oggetto misterioso per tutti. Un giornalaio come il sottoscritto attendeva con una certa bramosia l’esordio, perché non c’è solo la sana curiosità, c’è anche quella necessaria immersione professionale per trarre elementi utili alla comprensione del roster e di come lo stesso potrà evolvere nel tempo.
C’è la televisione? Chi sostiene questo non ha capito una mazza dello sport vissuto. Stare a bordo campo si respira l’aria della sfida, si captano sensazioni che il piatto schermo di una televisione non può neanche provare a riprodurre. Ci hanno messo in “piccionaia”, con i banchi recuperati da agriturismi dismessi, hanno chiuso le porte per gli allenamenti… eppure non hanno scalfito minimamente la volontà di vivere e raccontare l’evento. Anzi, un consiglio spassionato, non provateci neanche, perderete la partita sempre e comunque.
Mi rode il culo?
Certo. Non per il fatto di lasciare spazio a valenti colleghi che, come il sottoscritto, lavorano e producono pagine di vissuto sportivo. Mi spiace che mi tolgano la possibilità di fare una cosa che amo, scrivere di pallacanestro respirando l’aria di un’arena, accompagnato dalla colonna sonora che più adoro: una palla che rimbalza, le frenate delle scarpe sul parquet, il vociare dei protagonisti, le emozioni traspirate dal pubblico. Guarderò davanti alla televisione, come un giornalaio ai domiciliari, cercando di mettere quell’attenzione in più per limare il gap professionale con chi può vivere l’evento e stretta distanza.
O forse mi sto auto-traghettando verso l’eremitismo cestistico, quello che due giorni prima mi ha portato a Opicina, nel giardino di casa Tavcar, a disquisire un’ora e mezza di basket presente, passato e futuro. Probabilmente sarà la mia dimensione del domani, perché oggi ancora la calamita rimane l’Allianz Dome.
O forse la società è stata preventiva a livello sanitario e ha capito che fra tutti quelli che entreranno al palazzo, il sottoscritto avrebbe avuto sicuramente la febbre più alta…
Voto alla società? 10… hanno stimolato uno scassa-palle.
Raffaele Baldini
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