Cosa ha detto il campionato fino ad ora
Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini
Cosa ha detto fino a questo momento il campionato di serie A di basket? Sicuramente ha registrato un numero record di tamponi, ha un andamento isterico figlio dell’emergenza sanitaria, naviga a vista fra spettacoli semi-deserti e un servizio televisivo con l’involontaria puntualità di interrompersi nei momenti clou delle partite facendo indispettire anche i più placidi spettatori. Poi ci sarebbe anche il basket giocato, per cui si possono trarre due indicazioni indiscutibili: l’Armani Milano fa un campionato a sé, a meno di sconquassi, e la seconda che non c’è la “Cenerentola” terra di conquista per chiunque. La compagine allenata da Ettore Messina ha un roster lungo, completo e di grande personalità; è stato facile, anche avvantaggiati da un raduno al completo anticipato calibrare il gruppo secondo i dettami del coach. Dietro, la Segafredo Bologna viaggia fra alti e bassi, con la sensazione viva che qualcosa manchi. La regia Teodosic/Markovic è illuminata ma compassata, Adams è un complemento dalla leadership debole, manca un’ala forte in grado di attaccare il ferro. Reyer Venezia e Dinamo Sassari, per ragioni diverse, non sembrano poter reggere l’urto milanese, i lagunari per una “fame” che sembra scemare nel tempo e ad una morbosa “Watt-dipendenza”, i sardi perché viaggiano a corrente alternata, con un palpabile clima da perdurante “corda tesa” fra dirigenza e Pozzecco. Fra le sorprese positive sicuramente l’Happy Casa Brindisi e la Carpegna Prosciutto Pesaro. I pugliesi non sono una novità, ma con un budget ridotto e una chirurgica scelta gerarchica del roster hanno per l’ennesimo anno trovato gli americani giusti per 5 vittorie consecutive; i marchigiani, con la “cura” Repesa dimostrano personalità e spirito giusto, pur essendo ancora alla ricerca di un lungo a rinforzare il reparto. Prestazioni rivedibili nella sponda opposta bolognese, quella della Fortitudo; al di là di qualche infortunio di troppo (quello di Happ pesante), la squadra di Sacchetti ha fragilità evidenti e sembra una coperta di seta (qualità alta) ma cortissima con il trio Banks-Aradori-Happ e il vuoto dietro; l’innesto di Wesley Saunders potrà sicuramente aiutare in tal senso. L’Openjobmetis Varese crolla senza il condottiero Attilio Caja; la spigolosa natura dell’allenatore pavese ha sì rasserenato l’ambiente ma sembra aver completamente smarrito l’unità tecnico/tattica con coach Bulleri. Fra le deluse anche l’ambiziosa Germani Brescia e il traballante Enzo Esposito; troppi proclami preventivi e un roster da svecchiare rendono la macchina lombarda una utilitaria con 100 mila chilometri, stanca per il doppio impegno campionato/coppa. Infine il gruppone dei “siamo dove dovevamo essere”, fra cui anche l’Allianz Trieste, con particolari note di merito per la Virtus Roma e la Vanoli Cremona, orgogliose protagoniste in barba a problemi economici, gravissimi nel caso dei capitolini.
Pubblicato il novembre 5, 2020, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Allianz Trieste, LBA, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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