La Pallacanestro Trieste di domani – Le conferme e le probabili uscite
E’ presto per pensare alla squadra di domani, soprattutto perché molto (se non tutto) verrà deciso dal nuovo allenatore. Chi sarà il timoniere? Le azioni di Franco Ciani sono fortemente in ribasso, la sua riconferma ora come ora è piuttosto improbabile. Si fanno tanti nomi ma certezze zero, rimane il fatto che la società può vantare credibilità di piazza e di gestione che potrebbe far gola a tanti.
Parco giocatori: le certezze sono i contratti in essere, quelli legati a Alessandro Lever e Luca Campogrande. Il primo sarà un elemento da trattare con molta cura, nel senso che sta avendo margini di miglioramento evidenti, al punto di essere un giocatore che potrebbe ritagliarsi 15-20 minuti di parquet. Sanguinoso sarebbe affiancargli “mezzi giocatori”, proseguendo sulla falsa riga dei vari Mitchell, Upson, Cooke (diverso è il discorso Konate), togliendo così minuti senza fare il salto di qualità. Il secondo potrebbe diventare un’arma tattica dalla panchina, se, e sottolineo se, farà un percorso fisico/atletico estivo mirato e completo, dimenticando gli infortuni.
La volontà di rimanere del duo Davis-Banks è un messaggio da cogliere. In primis perché l’empatia non scontata fra due leader porta vantaggi indubbi, lo si è visto nella produzione cestistica ma anche nell’unità di intenti con cui si è consolidato il gruppo nel momento difficile. C’è tanta qualità nei due, quella caratteristica che mette a riparto da sorprese e può far lavorare un allenatore avendo fondamenta solide. Attenzione però ad un possibile secondo anno di Banks (e l’anno in più sulla carta d’identità), serve un timoniere credibile in grado di stemperare eventuali “mali di pancia” o “paturnie senili”. Bisogna sempre ricordare che un giocatore così condiziona, e tanto, nel bene e nel male.
La questione Sagaba Konate è un capitolo a parte (o una seduta psicanalitica a parte). Personalmente sono d’accordo al 91,15% con Mario Ghiacci (contesto la testa ndr.), il quale considera il centro maliano fra i migliori del campionato. Se la lunghezza della testa è di norma 20 cm., e Sagaba e alto 203 cm., il 9,85% del totale (la testa) non è assolutamente fra le più calibrate per reggere il ruolo da protagonista in serie A. 24 anni giovane? No. A margini di miglioramento da questo punto di vista? Difficile. E’ proprio una caratteristica del suo essere, anche perché, con quella mano morbida e quella verticalità, non sarebbe certo arrivato a Trieste. Il futuro biancorosso necessita di un lungo affidabile, e non parlo a livello di produzione offensiva, ma uno che entri bene nelle logiche tattiche, che sia costante nell’aspetto difensivo e a rimbalzo, e magari che sia più empatico di Konate…
Marcos Delia è un lusso che Trieste non potrà permettersi. Docente del ruolo, intelligente e uomo squadra, è quell’elemento che per atletismo necessita per forza di cose di un complemento a fianco. Nel caso di un 5+5 vorrebbe dire consumare due cestisti nel ruolo per forza di cose, squilibrio se si pensa al discorso Lever di cui sopra. Lui è perfetto per una squadra di livello che sposa il 6+6, potendo quindi dare 10-12 minuti di qualità dalla panchina grazie all’argentino.
Posto che Andrejs Grazulis all’80% è un ex, visto l’interesse a sondare piazze più importanti, magari gravitanti nelle compagini che disputano una coppa, così come scontata appare l’uscita di scena di Clark e Mian, un discorso a parte meriterebbe Daniele Cavaliero. Tralasciando lo sperticato elogio ad un capitano vero, ad una bandiera triestina a prescindere dagli anni di militanza, fossi la società avrei tanta cautela nel privarmene. Mio spiego meglio. Per la prima volta dopo tantissimi anni la Pallacanestro Trieste resterebbe senza un “faro”, parlo dal punto di vista di leader dello spogliatoio. Dopo Coronica e Fernandez, perdere anche Daniele vorrebbe tagliare quel cordone ombelicale che lega la squadra di basket ad una identità triestina. Ai più potrebbe essere un aspetto trascurabile, invece è un elemento di forza notevolissimo. Da giocatore o da dirigente, io un contratto glielo farei.
Raffaele Baldini
Pubblicato il Maggio 13, 2022, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Allianz Trieste, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 2 commenti.
Allora cali il due di spade che servono dirigenti veri non improvvisati e ora per il solo fatto della triestinita bisogna fare Cavaliero dirigente.
Meritocrazia esperienza curriculum…. Cosa dovrebbe dirigere per esempio?
Oh magari lo farebbe benissimo, ma…. Cosi detta cosi mi pare una sparata da teenager per prendere like
Spiegati meglio please
Dirigente accompagnatore ok, nel senso del fare gruppo, ma dirigente e’ una etichetta a tanti genitori volontari che accompagnano i ragazzi nelle trasferte!.
Cercare dirigente su treccani poi tornare please
Dunque… sparata da teeneger per prendere “like” vuol dire che non si conosce troppo quello che scrivo… però ci sta. Mi spiego meglio: intanto un giocatore che ha giocato ad altissimi livelli tanti anni ha potuto apprendere più di qualsiasi dirigente che si è formato sui “banchi di scuola”, ha contatti preferenziali, ha credibilità. Punto secondo: ho detto dirigente e non General Manager o Direttore Sportivo, quindi una figura che possa legare staff dirigenziale, staff tecnico e squadra (Team Manager?). Terza cosa: se cerco “dirigente” sulla Treccani ho una infinità di declinazioni, quindi scegliere quale è più attinente e poi tornare…please