Ognuno faccia la propria scelta, purchè non viva di rimpianti
Sabato arriva a Trieste la fortissima Bertram Tortona, la compagine più difficile da affrontare in questo momento, quella che mette a nudo ogni disattenzione o ritardo difensivo. Inutile cadere nella depressione, la classifica racconta quello che più o meno avevano letto tutti all’uscita del calendario, le prestazioni sono figlie di un organico che non ha trovato una quadratura (al di là della limitatezza tecnica).
L’alone negativo che aleggia sull’Allianz Dome cerca di essere scacciato in tutti modi dalla società e dai suoi emissari, nessuno vuole presentare ai prossimi investitori un quadro così grigio, si cerca di mascherare la freddezza con un atto di casuale desuetudine al vivere l’ambiente di palazzo. Io dico sempre che lo sport è spettacolo e passione. La passione prescinde da tutto, spinge il tifoso a sedere sui gradoni con lo spirito gagliardo di chi crede nel poter vivere l’alba di un nuovo giorno (positivo); anzi, se vogliamo la passione consolida un senso di appartenenza proprio quando le cose vanno male, quando la squadra si volta indietro in cerca di qualcuno che tenda la mano. La passione è la scelta della Curva Nord, che con uno striscione “non chi comincia, ma quel che persevera” ha deciso da che parte stare. E poi c’è lo spettacolo, per cui lo spettatore esprime un giudizio (e quindi un comportamento) di gusto; è il caso dei tanti seggiolini vuoti del Dome, di chi a tanti “cantanti stonati” preferisce il ricordo di esibizioni del passato.
Insisto nel dire che Trieste e i propri appassionati abbiano le stimmate degli sportivi dediti al sacrificio (fisico e psicologico), per cui siamo nella perfetta “(s)confort zone”. C’è però un aspetto non trascurabile nella disaffezione momentanea: manca il sesto uomo, quello che può far crescere il rendimento ben oltre i limiti del bagaglio tecnico di ogni elemento. Ho visto cose all’interno dell’Allianz Dome pieno che non si possono descrivere a parole, ho visto gruppi improbabili compiere imprese inenarrabili. Inguaribile romantico? Forse, ma sono convinto che il vuoto di una fine settimana di passione sia ben più doloroso di qualsiasi sconfitta sul campo.
E’ giusto criticare, sono il primo a farlo…ma c’è una sottile ma marcata linea di demarcazione fra la presenza e diritto di critica e assenza con il dito puntato. La prima è figlia di una testimonianza, la seconda di un pregiudizio. L’essere deboli strutturalmente può essere una colpa relativa quando le economie non ti permettono un adeguato investimento, l’incapacità di ottimizzare le risorse è un reiterato ed esecrabile errore, il senso di appartenenza è un viaggio emotivo privo di razionalità.
Ognuno sceglie il suo percorso, purchè poi non si viva di rimpianti.
Raffaele Baldini
Pubblicato il ottobre 18, 2022, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Pallacanestro Trieste, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.
Mangiamoci tortona e poi il fondo usa ci porti 2 stranieri sotto