Analisi… o psicoanalisi?
Quello che è più grave
Le sconfitte pesanti contro le dirette concorrenti alla salvezza non aiutano ad un disteso ragionamento sul momento difficile, ma quello che è più grave è la natura di questi rovesci. Si sta facendo tutto quello che NON si deve fare per salvarsi: difesa pigra con esterni regolarmente “accoccolati” sui blocchi dei lunghi avversari, attacco fatto da solisti egoisti, una gerarchia impossibile da decifrare per esperimenti tattici ammantati di autoreferenzialità, logiche tattiche incomprensibili. Proprio da questo ultimo punto riparto per definire il caos imperante: giochi contro una formazione che ha in Trevor Thompson l’unico lungo di ruolo e oggettivo complemento per aridità tecnica, e tu tiri 27 volte da tre punti? Il lungo di cui sopra è stato impegnato realmente la prima volta su un gioco in profondità spalle a canestro di Spencer nel terzo quarto (!!). Bisogna recuperare il senso del gruppo, finalmente non distratti dal mercato (che non sappiamo fare ndr.), partendo dal recuperare la convinzione di voler raggiungere uno scopo comune.
Alleggeriamo il fardello, altrimenti è un’estrema unzione
Che la squadra sia stata costruita male è palese, che sia stata rinforzata con doppioni e senza un particolare criterio e altrettanto ovvio, così come è ovvio che Mario Ghiacci sia un General Manager più per zittire i rompicoglioni come il sottoscritto, che addetto ai lavori operante concretamente sulla scelta dei giocatori, in quanto fatta da coach Legovich e dal suo staff. Vivere il presente con questi “sassi” non fa che appesantire lo zaino rendendo sempre più complessa la nuotata nelle acque torbide della zona retrocessione. Derubrichiamo quanto sopra con spirito propositivo, non facciamo che le scorie pregresse “arruginiscano” il meccanismo creando un alibi ai protagonisti. In questi casi un Direttore Sportivo (ah, non c’è) DEVE come prima cosa far sentire che la società sta convintamente con lo staff tecnico, indica nell’allenatore la via d’uscita per il momento difficile, agisce tempestivamente per interrompere la più fisiologica ed istintiva reazione di un manipolo di americani nel basket professionistico: l’autarchia.
O questo o quello
I momenti più difficili presuppongono scelte coraggiose. Importante è dare coerenza e quindi credibilità alle stesse. Coach Legovich se crede che la via della redenzione sia l’ossatura statunitense, allora crei le condizioni per avere almeno tre “coloured” in campo, asciugando le rotazioni da scampoli di parquet dati a Vildera, Campogrande, Deangeli. Scelta plausibile ma totalmente in controtendenza rispetto al concetto di attitudine difensiva, lontana un miglio dai protagonisti, eccetto Spencer; anche Davis, eccellente difensore appena arrivato a Trieste, ha preferito l’egocentrismo offensivo per strappare futuri contratti da professionista. Se invece punti sull’equilibrio, con forte matrice difensiva, allora DEVI porti il limite di canestri subiti a 65-70 punti, altrimenti con i sopra citati italiani non vinci una partita. Se vuoi aprire il campo e migliorare le spaziature per le penetrazioni degli esterni, DEVI lasciare o Terry o Spencer sul parquet, non entrambi; altrimenti se sfrutti la loro verticalità allora li servi, crei profondità nel gioco, magari di sponda. Insomma, siamo alle decisioni da prendere… nette, o questo o quello.
Spirito da… Curva Nord
Guardate la cartina geografica, guardate bene dove si trova Scafati e quanto dista da Trieste. Il gruppo di tifosi biancorossi presente al PalaMangano rappresenta in maniera plastica quello che servirebbe al gruppo per uscire dall’impasse: appartenenza e sacrificio. Bisogna creare le condizioni per evitare il pessimismo cosmico del triestino medio di fronte a queste situazioni, trasformare un logico scoramento nella più istintiva reazione di voler reagire, senza “se” e senza “ma”. Domenica arriva la Segafredo Bologna? Chissenefrega… un’altra partita con in palio due punti fondamentali, un’occasione per recuperare quello che si è perso, un modo come un altro di riparlare dei problemi a fine stagione, magari pianificando una ambiziosa massima serie. E’ difficile, difficilissimo, ma la soluzione alle cose complicate è il godimento più grande.
Raffaele Baldini
Pubblicato il marzo 26, 2023, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Analisi giorno dopo, Givova Scafati, Pallacanestro Trieste, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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