Keys of the Match – SASSARI
Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini
Altro mezzogiorno di fuoco in casa Pallacanestro Trieste, l’ennesima trasferta in uno dei campi più difficili della serie A: Sassari. Pur rimanendo invariato il principio secondo cui la compagine di Dalmasson non deve guardare al risultato ma a sè stessa, la sfida in terra sarda racchiude ulteriori chiavi di lettura.
Il reparto lunghi più tecnico della serie A
Bilan-McLean-Magro rappresenta il trio di lunghi più tecnico della serie A. Non atleti clamorosi (McLean ha anche qualche chiletto in più), non particolarmente veloci, ma hanno una competenza di mani e piedi di altissimo livello. Non solo, leggono benissimo le difese, per cui sono in grado di punire ogni errore, anche minimo. Akil Mitchell e Derek Cooke avranno le “mani piene” come si suol dire, dalla loro difesa e dalla protezione del ferro il viatico per concentrarsi meglio sul perimetro.
Occhio all’arco
L’arco dei tre punti ha frecce incandescenti pronte ad incendiare il PalaSerradimigni, letali per le avversarie della Dinamo, decisive per alimentare l’onda emotiva che da sempre nutre le squadre allenate da Pozzecco. In questo caso la zona limitrofa l’arco dei tre punti può non bastare al controllo delle bordate dei vari Jerrells, Spissu, Gentile, Pierre, Michele Vitali; tutti sono capaci di trovare un tiro da qualsiasi distanza, Jerrells su tutti, ergo diventa decisivo la difesa sui pick and roll sardi.
Frammentare, non innescare la macchina da punti
Se in trasferta la squadra del Poz si comporta da “provinciale”, cioè anteponendo la difesa a qualsiasi esuberanza offensiva (62.5 punti concessi alle avversarie), segno anche questo della crescita tecnico/tattica del timoniere, in casa alza i ritmi scatenando la verve balistica (99 punti e + 20 con Pesaro). Un po’ come fu l’Alma Trieste della scorsa stagione. Per ovviare a questa ispirazione isolana, la squadra di Dalmasson non deve rallentare troppo perché la qualità a metà campo non è ancora delle migliori, piuttosto deve frammentare il match con una difesa aggressiva, al limite del fallo e anche oltre per non innescare il moto perpetuo (parliamo sempre della…Dinamo) sassarese.
Jon Elmore, liberiamolo!
C’è un oggetto misterioso su tutti, ed è Jon Elmore. In un campo dove c’è un allenatore avversario che apprezza il giocatore, fuori dalle mura (e dai mugugni ndr.) amiche, potrebbe essere l’occasione per Eugenio Dalmasson di sfruttare l’americano per quello che il suo istinto gli suggerisce. Abbinato ad un portatore o no, sarebbe bello rivedere l’Elmore universitario fatto di penetrazioni ficcanti, conclusioni in “step-back” e fuori dai giochi; così, nel caso dovesse andare male, nessun rimpianto sull’utilizzo del giocatore.
Pubblicato il ottobre 13, 2019, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Dinamo Sassari, Le chiavi, Pallacanestro Trieste, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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