Keys of the Match – BRINDISI
Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini
Arriva all’Allianz Dome lo spauracchio Brindisi, insieme a Varese la nemesi recente della Pallacanestro Trieste. Denominatore comune delle due è l’origine tecnica dei due coaches, Francesco Vitucci e Attilio Caja, cresciuti alla “bottega” del “paron” Tonino Zorzi. La squadra di Dalmasson ha il dovere morale di rimediare alla sconfitta inopinata maturata in terra toscana, spinta dal proprio pubblico e dalla volontà di uscire da acque torbide di classifica.
Big…Banks
Chi è Adrian Banks per Brindisi? Come Totti per la Roma o Del Piero per la Juve, una bandiera riconoscibile e riconosciuta da tutti. Faro del gioco pugliese, a 33 anni ha raggiunto la piena maturità cestistica esplicitata dai numeri di inizio stagione: 20.6 punti a partita, 54.3% da due punti, 45.7% da tre, quasi 90% ai liberi, catturando 5 rimbalzi e quasi regalando 5 assistenze ai compagni ad ogni rappresentazione. Non ha punti deboli, si può limitarlo e non fermarlo, ideale sarebbe non far pervenire alle sue sapienti mani i palloni decisivi del match. L’epilogo sarebbe scontato.
Matrice difensiva
Soprattutto fra le mura amiche, la squadra allenata da Vitucci, interpreta la chiave difensiva “alla Dalmasson”: tante mani addosso, aggressività distribuita fra gli effettivi con punte di eccellenza in Kelvin Martin e John Brown, viatico a palle recuperate e transizioni vincenti. Su Brown nello specifico, Trieste potrebbe speculare in termini di falli spesi: l’americano è istintivo, a tratti impulsivo, se provocato può avere qualche problemino con le infrazioni. Quello che è certo è che se l’Happy Brindisi arriva a Trieste carica difensivamente, le possibilità di vittoria giuliane si assottigliano inesorabilmente.
Meglio subire un tiro da due punti che da tre
Una compagine che tira con quasi il 40% da tre punti, che ha ben 6 (!!) giocatori in grado di colpire con oltre il 40% dall’arco (Darius Thompson addirittura con 10 su 18 con il 55.6%), ha sin troppo evidente una delle chiavi del grande inizio di stagione. C’è un problema in più per gli avversari, il risultato balistico altro non è che la conclusione di una splendida coralità di squadra, di un perseverante e letale meccanismo di “penetra e scarica” che pone il giocatore nelle migliori condizioni per poter sparare dall’arco. Occhio quindi ad improvvidi collassamenti in area sulle penetrazioni, potrebbero sortire danni inimmaginabili sugli scarichi.
Progressi
Il viatico al possibile successo triestino passa per una risposta ai cenni di crescita di Kodi Justice e Jon Elmore. Questa volta ci sarà bisogno delle due fasi, sia quella offensiva che quella difensiva. Così come importante, l’incisività del trio Peric-Mitchell-Cooke contro un reparto lunghi pugliese leggerino e non particolarmente difensivo.
Pubblicato il novembre 10, 2019, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Happy Casa Brindisi, Le chiavi, Pallacanestro Trieste, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.
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