Keys of the Match – REGGIO EMILIA

chiavi-in-manoFonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

Di questi tempi, un anno fa, Trieste espugnava il PalaBigi con un superlativo Chris Wright; oggi, vive l’ennesima finale per una volatona salvezza sempre più di difficile lettura. Avversaria una Grissin Bon rinnovata, leggermente più ambiziosa e dal roster competitivo, con un timoniere fra i più gettonati come Maurizio Buscaglia.

Due facce della stessa medaglia

Nonostante la Grissin Bon godesse di una classifica migliore (10 punti), non si può certo dire che stesse attraversando un periodo idilliaco: le ultime due sconfitte, quella di Milano ma soprattutto quella di Treviso essendo avanti sul +20, ha restituito un gruppo arrabbiato. E la settimana in palestra è stata, a detta dello stesso Buscaglia, una straordinaria cartina tornasole della voglia di rivalsa dei suoi uomini. Il rovescio della medaglia di una squadra in crisi, l’Allianz Trieste, è fatto di tanto nervosismo in palestra, allenamenti conclusi anzitempo e un atteggiamento diametralmente opposto. La vittoria nella sfida diretta passa per a capacità di incanalare il desiderio di riscatto nei giusti canali cestistici, nella volontà di essere coesi e nell’orgoglio di non subire un’altra onta sportiva.

Alte realizzazioni e una chirurgica macchina al tiro da due punti

La Reggiana ama correre, soprattutto con quel “frigo a due ante” di Darius Johnson-Odom, giocatore in grado fisicamente di portarsi aggrappato tutto il reparto esterni triestino. Nelle vittorie stagionali la Grissin Bon non è mai andata sotto gli 80 punti, grazie anche ad un ottimo impianto di gioco e alle mani educate dei giocatori vicino a canestro: Upshaw tira con il 57.7% da due, Owens con il 71.8%, la squadra nel suo complesso con il 52.8%. Upshaw a parte, nel complesso tutti tirano anche molto bene i liberi (79.9%) che, abbinati alle alte percentuali al tiro entro l’arco dei tre punti, portano a considerare vitale una concentrazione massima difensiva, soprattutto negli “aiuti” e ugli “scarichi” vicino al ferro.

Mekel-Poeta, metronomi complementari

Gal Mekel non sarà al meglio, rientra da un infortunio, ma è il leader conclamato della Grissin Bon. La sua regia, più compassata di quella del collega Poeta, è fosforo puro, interpretazione del gioco e coinvolgimento per i compagni (oltre 5 assist a partita ndr.); insomma quello che poteva essere Elmore e che fino ad ora non è stato. Con il lavoro ai fianchi di Mekel, arriva poi la dirompente pallacanestro di Peppe Poeta, tutta ritmo e senza mai fermare il palleggio. Probabilmente è l’ultima chiamata per Jon Elmore, di fronte uno stimolante banco di prova per convincere allenatore e dirigenza delle sue qualità.

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Pubblicato il dicembre 15, 2019, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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