Milano impone la qualità a metà campo, Trieste regge venti minuti
Nel giorno dell’anomala versione in canotta blu (griffe Allianz) della rinnovata Trieste (con il rientro di DeQuan Jones) affronta un’Armani Milano in fase calante reduce da quattro sconfitte consecutive, pur considerando l’onesta prova in Turchia contro il Fenerbahce in Eurolega. C’è quindi una reciproca esigenza di punti, per ragioni diverse ma con la stessa impellenza.
Ospiti decisi ad andare vicino al ferro servendo con regolarità Scola spalle a canestro, l’argentino ripaga con gli interessi; Milano avanti 4-10. Allianz contratta nel gestire i primi possessi, pur non difendendo male; l’Olimpia non scappa sbagliando molte triple “aperte”, ma Trieste non segna mai, 6-15 sul tabellone e time out Dalmasson. Atteggiamento diametralmente opposto nelle due contendenti, Armani decisa nel costruire il proprio attacco, Allianz fragile e timorosa, segno anche di una situazione di classifica che dice tutto. Sykes di grande impatto sul match, così come i compagni, segno che le ruggini turche sono già smaltite; prima frazione chiusa sul 15-23. Competente difesa meneghina sul prevedibile attacco giuliano, l’inerzia è una questione di rinuncia (dei padroni di casa) più che di conquista (degli ospiti); Milano comodamente avanti, senza nemmeno sudare. Con quintetto anomalo con Cooke e Cervi come lunghi, ma soprattutto con la regia “italiana” di Cavaliero e Fernandez, Trieste riprende colore riportandosi a -5; coach Messina chiama immediatamente time out. Cooke mette in difficoltà mezza Lombardia in area pitturata, entusiasmo crescente all’Allianz Dome e tabellone che segna 23-26. Disunita l’Armani alla prima spallata, ci pensa Micov dall’arco a ricacciare indietro la minaccia; nella discontinuità degli ospiti ci sono lampi di classe pura (Rodriguez ndr.), quanto basta per mantenere Milano avanti 29-35. Squadre all’intervallo con allungo Armani, 34-41.
Prova ad alzare il ritmo Trieste, una tripla di Jones rimette il match sui binari dell’equilibrio: 41-44. Manca il cinismo nella squadra di Dalmasson per mettere veramente paura all’Armani, ad ogni scatto di reni non segue un colpo più pesante per scuotere gli ospiti; Sykes da tre punti rimette 8 punti fra le due contendenti. Scola anche a sessant’anni insegnerà pallacanestro in post basso, figuriamoci con i diretti avversari giuliani: 17 punti e break materializzato, 44-55. Allunga perentoriamente l’Armani e il fallo tecnico a Peric chiude virtualmente la sfida: 44-59. Fine terzo quarto con il massimo vantaggio esterno 46-66. Coach Messina può rilassarsi (relativamente, conoscendo l’allenatore) di fronte ad un Canyon aperto fra le due contendenti: 46-71. Prosegue il match senza problemi per i deboli di cuore, un lento consumare i minuti senza emozioni particolari; c’è una pallida reazione dei padroni di casa, animata da Deron Washington, 58-73. Finisce 67-85, l’Armani si prende il più classico dei “brodini” ricostituenti vincendo senza sprecare troppe energie, l’Allianz Trieste onestamente nonostante la blasonata avversaria, non ha dimostrato di aver cambiato effettivamente marcia con i nuovi arrivati.
Raffaele Baldini
Pubblicato il gennaio 26, 2020, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Allianz Trieste, Armani Milano, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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