Keys of the Match – MILANO

chiavi-in-manoFonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

Una partita che non ha bisogno di presentazioni: Trieste-Milano è la sintesi della pallacanestro italiana, un biglietto (ahimè) di sola andata che ha visto sublimare in epoche diverse i frutti di un percorso sotto la “Madonnina”. Trieste-Milano è una sfida di storie importanti, da Cesare Rubini a Bepi Stefanel, passando per grandi attori del parquet quali Dino Meneghin, Dejan Bodiroga, Nando Gentile, Sandro De Pol. Oggi si vive una sproporzione economica fra le contendenti, con Armani a consolidare un modello europeo e l’Allianz pronta a rilanciare un progetto ambizioso a livello italiano; rimane inalterato lo spirito con cui un triestino vive la sfida ai lombardi.

Eredità d’Eurolega

Metà, o forse tre quarti degli appassionati di pallacanestro avranno guardato con estremo interesse alla sfida di Eurolega dell’Olimpia Milano in casa del Fenerbahce. Non perché una vittoria o una sconfitta potessero incidere oggi, bensì perché vista la posta in palio molto alta avrebbe tolto certamente energie mentali e fisiche al gruppo meneghino. La sfida è stata discretamente tirata (ha vinto la compagine turca 73-64), la squadra di Ettore Messina doveva difendere il +13 e lo ha fatto. Aver giocato venerdì, in un palazzo caldo, una sfida importante per i playoff continentali, non può non incidere sull’economia della sfida di questo pomeriggio.

Se c’è sudditanza, neanche fare il riscaldamento

La sensazione è che la scorsa stagione, pur con presupposti differenti, Trieste perse la sfida all’Allianz Dome con Milano per una sorta di subliminale sudditanza. Sul vantaggio maturato nel secondo e con tutta l’inerzia del mondo, la squadra di Dalmasson sembrò virtualmente fermarsi pensando “ma non è possibile essere avanti contro la corazzata Armani”; da quel momento la rimonta con vittoria materializzò un rimpianto grosso come una casa. Ora, posto che l’umiltà deve essere bagaglio imprescindibile quando si è inferiori sulla carta, serve dalla palla a due una sana dose di strafottenza per cercare quell’unica possibilità di scardinare il meccanismo lombardo. Non come disse il coach prima di Venezia “giochiamo anche contro le nostre paure”, ma “giochiamo con la convinzione di poter fare un’impresa”.

Alzare i ritmi

In campionato l’Olimpia ha vinto in trasferta (Treviso, Roma, Pesaro, Venezia) abbassando i ritmi, giocando a metà campo, sui 70 punti. Insomma ha trasposto una tipologia di gioco da Eurolega, con maggiore controllo del cronometro ed esecuzioni costruite; l’Allianz invece deve correre, con intelligenza, ma togliendo respiro a Rodriguez e soci. La squadra di coach Messina è pesante, copre lentamente il campo ed ha un reparto esterni difensivamente inadeguato; bisogna farli stare scomodi, bisogna spalmare la loro straripante qualità sulla metà campo…sui 28 metri.

Occhio a chi non ti aspetti… (extra Il Piccolo)

Nella versione campionato l’Armani Milano ha spesso ricavato grandi dividendi dai cossi detti comprimari (che per tutte le altre squadre sarebbero inamovibili): Riccardo Moraschini su tutti, che sarà assente per infortunio, ha spezzato alcune partite in due, così come Amedeo Della Valle, Michael Roll o Jeff Brooks. E poi, grande attenzione a chi in Italia ha dimostrato di dominare le partite come Keifer Sykes, giocatore che non ha ancora avuto tempo di gestire il doppio impegno e che presumibilmente andrà sempre in quinta marcia.

Pubblicità

Pubblicato il gennaio 26, 2020, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: