72 ore per rivedersi: appunti Allianz Trieste

Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

72 ore per rivedersi, per sfidarsi e con una certezza: la Reyer Venezia giocherà al Taliercio per ribaltare la differenza canestri (+7 per Trieste). Andrea De Nicolao parla di un match “adrenalinico” che attende i lagunari, chiara proiezione d’intenti per un gruppo che tiene eccome alla Supercoppa.

Nervi saldi – C’è un animale (di razza) ferito, affamato, probabilmente pronto ad esprimere energia doppia e tripla rispetto a sabato scorso. Tenere i nervi saldi su ondate violente è il primo obiettivo di Fernandez e soci; tradotto, ai primi break negativi non disunirsi e giocare la propria pallacanestro.

Mitchell Watt – Mitchell Watt non fa due partite di fila così brutte (3/10 dal campo e 3 palle perse ndr.). C’è da aspettarsi una reazione del lungo orogranata, al punto che l’Allianz potrebbe pagare uno scotto come punti in area pitturata e sugli scarichi per tiri da tre punti degli esterni.

Gestione oculata dei palloni – Al di là della gestione nei finali sicuramente rivedibile (auspicando una freschezza maggiore), al Taliercio sarà decisivo rischiare il meno possibile; le immaginifiche visioni di Doyle e Da Ros, o le scorribande di Laquintana, devono essere ridotte al minimo.

Letture sulla “zona” – Minuti prolungati di “zona” ordinati da coach De Raffaele hanno provocato qualche balbettio nella fluidità offensiva giuliana; serve tremendamente recuperare la pericolosità offensiva sul post alto, con Da Ros, Grazulis, Udanoh e Upson chiamati a imbucare qualche tiro per far muovere la difesa e attrarla nella “terra di nessuno” della “zona”.

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Pubblicato il settembre 8, 2020, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 2 commenti.

  1. Buongiorno e…
    grazie.
    Mai banali le sue osservazioni sia post che pre partita.
    Per uno come me che non riesce ad entrare nei particolari del gioco, sono fonte di “studio” sia nel rivedere le partite sia nell’ approcciare la visione delle stesse.
    Ben vengano, ci mancherebbe, i soliti articoli con le dichiarazioni dei giocatori o dello staff, ma queste sue analisi – lungi da me pretendere da lei la palla di cristallo – sono un giornalismo cestistico che mi aggrada.
    Un consiglio per i lettori appassionati (del mio livello)? L’ importante è sforzarsi di esser umili e accettare che c’è chi segue partite -in questo modo- da una vita; questo aiuta se stessi a crescere. Poi, con il tempo si può osservare, confutare, suggerire: confrontarsi in serenità appassionata.
    Buon basket a tutti.

    • Buongiorno e grazie, intanto. Purtroppo il lato buono che lei riconosce nel mio scrivere è anche il mio difetto più grosso: quello di dare per scontato alcune cose. Sto cercando di bilanciare argomenti tecnico/tattici con un modo semplice di far arrivare i concetti. Non è facile, ma è la chiave per allargare il bacino d’utenza degli appassionati. Altrimenti diventa giornalismo autoreferenziale ed è quello che non vorrei…anche perchè parto dal presupposto di trasferire emozioni/passione…quella istintiva e verace. Un caro saluto

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