Sergio Tavcar: “Non capisco l’Allianz dall’andamento così ondivago. Delia miglior acquisto, Doyle la delusione

Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

Un pirotecnico Sergio Tavcar alla 6° puntata di Aperitivo sotto Canestro (in onda alle ore 18.00 sui canali social de “Il Piccolo”). Il mito dei telecronisti, la memoria storica del basket balcanico ma soprattutto uomo di grande cultura, ha percorso con la consueta arguzia argomenti cestistici di attualità, fra il basket moderno in… involuzione e il momento dell’Allianz Trieste. Si parte proprio da un’istantanea, anzi due, la prestazione contro Milano al Forum e quella casalinga con Cantù: “Non posso credere che la stessa squadra che ha giocato magnificamente a Milano, segnando da ogni dove e trovandosi a memoria, abbia poi confezionato quell’obbrobrio contro Cantù all’Allianz Dome. Giocatori, come Matteo Da Ros per esempio, che si trasformano dando un rendimento diametralmente opposto. Mi piacerebbe tanto sapere, a microfoni spenti, dal mio amico Franco Ciani, il perché di questo andamento sinusoidale.” Secondo Sergio Tavcar il problema maggiore risiede in una regia non all’altezza: “dietro a Juan Fernandez, che considero veramente bravo, c’è il vuoto. Daniele Cavaliero è troppo anziano per assurgere al ruolo, Laquintana è il tipico esempio di come il sistema didattico italiano stia facendo implodere i talenti. A Capo d’Orlando mi piaceva da matti, visto a Trieste sembra un lontano parente. Poi quell’americano lì…”, ovviamente si parla di Milton Doyle: “si, è proprio scarso.” Per fortuna ci sono anche delle certezze (altrimenti Trieste non sarebbe settima in classifica ndr.), rappresentate da un grande acquisto in corsa: “Marcos Delìa è un grande acquisto. Giocatore che mi porta dritto ad affiancarlo a Miro Bilan per caratteristiche, cioè quei non atleti in grado di fare canestro senza fare sforzi inutili. Mi sono sempre chiesto perché motivo alcuni cestisti si sforzino oltre modo per segnare un canestro che altrimenti si può monetizzare con un piccolo gesto tecnico. Ed è per questo motivo che mi chiedo come mai non si attinga a piene mani, come qualche decade fa, al mercato argentino, fatto di giocatori capaci di giocare a pallacanestro.” Nell’approfondimento una interessante digressione su quello che manca nella didattica, tanto cara agli allenatori balcanici: insegnamento di pochi ma perfetti fondamentali; le citazioni su Stojko Vrankovic e Davide Cantarello (per citare un fulgido esempio nostrano) sono emblematiche in tal senso. La natura “espansiva” di uomo di una terra di confine, non può che suggerire orizzonti nuovi e poco esplorati per quello che concerne il mercato cestistico, molto utile anche per l’Allianz Trieste: “la terra del Caucaso è una miniera inesplorata. Georgia, Azerbaigian, Iran del Nord sono nazioni che producono perticoni pazzeschi, che sanno anche giocare a basket. Lasciamo perdere chi ha sbarcato il lunario ad altissimo livello, vi assicuro che uno come Giorgi Shermadini (ex Cantù ndr.) lo trovi ad ogni angolo di strada.” La puntata finisce con una chicca imperdibile, e come tale, da non svelare in anticipo.

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Pubblicato il aprile 6, 2021, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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