Le chiavi di gara 1: controllo dei rimbalzi, 80 minuti e Darius Thompson
Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini
Finalmente cominciano i playoff, finalmente si alza l’asticella del pathos: le otto migliori d’Italia di fronte per lo scudetto. L’Allianz Trieste vola in Puglia per un “back-to-back” a casa della “bestia nera” Happy Casa Brindisi, giunta seconda in campionato solo per un problema legato al CoVid.
“Animali” da rimbalzo
“Suste” si direbbe a Trieste, ma più preciso dire giocatori con verticalità, fisicità, attitudine ad aggredire il ferro e soprattutto facenti parte di una squadra che trova ottime soluzioni offensive, quindi anche ottime situazioni a rimbalzo d’attacco. Se addirittura nella NBA ci sono allenatori che denunciano la sparizione del fondamentale del “tagliafuori”, ecco che Delia e soci devono rinverdirlo, concentrandosi sul diretto avversario, allontanandolo dall’area pitturata, per poi prendere l’”arancia”. Quando si alza l’asticella delle difficoltà, le sfumature contano e soprattutto non bisogna dar niente di scontato.
108 motivi per cui Brindisi sta bene
Se qualcuno ipotizzava una Happy Casa Brindisi ancora convalescente post CoVid, si è visto rispondere con 108 punti segnati dalla compagine di Frank Vitucci alla malcapitata Openjobmetis Varese. Attenzione però, la lettura può essere inquadrata in un rovescio della medaglia: quando si è in ripresa il primo aspetto fisiologicamente nelle corde dei giocatori è quello di inebriarsi nel sentire il rumore del nylon di un pallone che entra, facendosi trascinare dalla parte più “comoda” e gradevole del gioco. Abbinare l’aspetto offensivo a quello difensivo diventa complesso, soprattutto se Trieste sarà in grado di impegnare i pugliesi. Cavaliero e soci devono creare le condizioni per far faticare e fiaccare gli uomini di Vitucci, un moto perpetuo da consumarsi in 80 minuti (almeno) di sana battaglia sul parquet.
80 minuti
Nulla, dico nulla deve essere lasciato al caso. Da evitare assolutamente l’imbarcata, ma non solo perché lede il morale in proiezione, non solo perché ovviamente è il viatico alla sconfitta, ma soprattutto perché permette a Brindisi di prendersi energie in vista dell’impegno successivo. Lavorare sulla testa vuol dire anche essere consci che un lavoro apparentemente fine a sé stesso in gara 1, potrebbe risultare la variabile incidente di gara 2. Come dice il maestro Valerio Bianchini, giocare due sfide di playoff in 48 ore vuol dire sfuggire ad ogni logica sportiva ortodossa, vuol dire stravolgere il gioco…tutto sta a capire a favore di chi e a scapito di chi.
Darius Thompson
Anima, leader cattedratico della Happy Casa Brindisi. Dalla sua sapiente regia e dalle letture praticamente perfette sui 28 metri di parquet tutto l’argento vivo della versione offensiva pugliese. Quando lo si lascia giocare, diventa esiziale e non c’è scampo per le avversarie, anche perché non è solo produzione di punti o di falli subiti, ma di tante piccole cose per innescare i compagni.
Pubblicato il Maggio 13, 2021, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Allianz Trieste, Happy Casa Brindisi, Playoff 2021, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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