Analisi post Pesaro: dietro a Konate il vuoto, mentalità e logiche cestistiche
Oltre Konate… il vuotoOltre Konate… il vuoto
Rimarcare l’assenza di Sagaba Konate è esercizio per deboli, per mentalità perdenti. L’Allianz poteva e doveva sopperire alla sua mancanza e aveva tutti gli elementi per vincere in terra marchigiana. E’ anche vero che disconoscere il peso tattico di un giocatore del genere in una partita di quel tipo, sarebbe poco onesto intellettualmente; Tyrique Jones con il maliano sul parquet non avrebbe mai fatto 11/11 al tiro, nella metà campo opposta nessuno avrebbe avuto il tonnellaggio per fermare Sagaba vicino al ferro. Non solo, l’impressione è che Trieste avesse lavorato a fondo sul gioco in profondità e quindi sulla presenza del fisicato; tolto di scena lui, la squadra ha faticato a darsi un senso tattico offensivo, i meccanismi si sono grippati inesorabilmente.
Non è la precisione a difettare, ma la mancanza di ritmo
La pallacanestro non è solo poesia in movimento, non è una scienza matematica, non è solo fisica ma è anche… chimica. In che senso? Nel senso che quello che non si vede spesso può essere decisivo. I tiri da tre “aperti” sbagliati alla Vitfrigo Arena non sono frutto esclusivamente di una mira venuta meno, bensì della mancanza di ritmo con cui sono stati presi. Se l’attacco balbetta, il risultato dell’ultimo “scarico” per il tiratore sarà un pallone incerto, il ricettore sarà incerto e quello che ne verrà fuori sarà una conclusione approssimativa. Migliorando la fluidità offensiva, ecco come cambiano tutte le percentuali di tiro, ve lo metto per iscritto.
Gli insegnamenti dei nostri padri
Ricordo quando giocavo a livello condominiale che, dinnanzi ad un avversario ispirato a dir poco, il metodo della “manera” insegnato dai nostri maestri funzionava spesso. Per scongiurare fraintendimenti, intendo quell’istintiva volontà di non spianare la strada al sopra citato “ispirato”, portarlo nel ginepraio di una fisicità al limite del fallo (e anche oltre), spezzare il ritmo e misurarlo su altri aspetti del gioco (vedi tiri liberi per esempio). Tyrique Jones ha imperversato comodo, ha tirato solamente due (!!) tiri a gioco fermo, non ha mai sentito la pressione corporale dei triestini. Questione di mentalità, non di violenza sportiva.
Occasione enorme mancata
Sono sicuro al 100% che lo staff tecnico Allianz ha lavorato nei dieci giorni precedenti sulla doppia sfida ravvicinata, con certosina attenzione all’aspetto del mantenimento fisico/atletico; la cartina tornasole di quanto vado dicendo è la versione “appesantita” di Juan Fernandez. Quel sottile ma non presuntuoso calcolo che ti porta a dire “con Pesaro forse la vinciamo con più carico addosso, per essere al meglio con la più strutturata Brescia”. Nel mentre, Pesaro si “rinforza” con Tyler Larson (partitaccia onestamente) e soprattutto manca Sagaba Konate. Trieste perde l’occasione di andare in vetta e mettere fieno in cascina, avendo di fronte una Vuelle senza Tambone, con Moretti e Drell ancora alla ricerca di loro stessi e Zanotti “normale”. Adesso il jolly nascosto nella manica e sprecato, diventa peso di una responsabilità in vista di Brescia, avversaria tosta e incattivita dalla falsa partenza in campionato.
Raffaele Baldini
Pubblicato il ottobre 7, 2021, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Allianz Trieste, Analisi giorno dopo, Raffaele Baldini, Vuelle Pesaro. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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