Sagaba, che succede?

Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

L’atteggiamento non è quantificabile, l’umore non è scienza matematica, però spesso i numeri indicano un problema da risolvere. Sagaba Konate, centro maliano di 24 anni, ha stupito tutti nell’approccio al basket italiano e nell’inserimento all’Allianz Trieste, una trasversale esaltazione che non si vedeva dai tempi di Will “The Human Elevator” Mosley.

L’atteggiamento non è quantificabile, l’umore non è scienza matematica, però spesso i numeri indicano un problema da risolvere. Sagaba Konate, centro maliano di 24 anni, ha stupito tutti nell’approccio al basket italiano e nell’inserimento all’Allianz Trieste, una trasversale esaltazione che non si vedeva dai tempi di Will “The Human Elevator” Mosley.

Inizio folgorante, fra Supercoppa e prima di campionato con Brindisi (5 partite totali), si registrano questi numeri: 14.4 punti a partita in 21 minuti di utilizzo medio, con 30/46 al tiro da due punti per il 65% e 12/16 ai liberi per il 75%. Il tutto condito da 9 rimbalzi per allacciata di scarpe, rendimento pazzesco del giocatore da Bamako.

Poi c’è il resto della prima parte di stagione, con lo spartiacque dello stop forzato ai box per accertamenti clinici alla vigilia della sfida con la Carpegna Prosciutto Pesaro. Giorni di apprensione, notizie filtrate sulle condizioni di salute e alla fine il via libera per la ripresa dell’attività agonistica. Il suo rientro però spegne un sorriso a 32 denti ed un’esuberanza tale che, a volte, valicava il confine del legittimo godimento per la propria espressione cestistica (con quello che ne è conseguito in termini arbitrali); soprattutto restituisce un “animale” d’area meno “affamato”, una sorta di oggetto misterioso che si muove sui 28 metri di parquet con il freno a mano tirato.

Le cifre dal rientro rispecchiano la fioca luce emanata dal numero 5 biancorosso: 8.7 punti a partita (7 giocate) in 19.2 minuti di utilizzo medio, con 24/43 al tiro da due punti per il 55.8%, 13/18 ai tiri liberi 72.2%, 7.4 rimbalzi e 0.2 stoppate date di media. Campionato altra storia rispetto alla Supercoppa? Calo fisiologico di forma? Avversari molto più attenti a “scoutizzare” il lungo biancorosso? Tutte considerazioni plausibili, se non fosse che c’è un atteggiamento di fondo a fare giurisprudenza. Passare da oltre 9 conclusioni a partita alle 6 della seconda parte, prendere meno rimbalzi e dare meno stoppate, fanno parte di minor propositività, la di là di quanto sopra ipotizzato.

Ancora più eloquente è l’incidenza del giocatore nel contesto di squadra, con il valore di plus/minus così sintetizzato: quando l’Allianz perde (fra coppa e campionato) il plus-minus di Konate è di -5.6, quando Trieste vince è di +5.4.

Certo, Konate ha palesato qualche difficoltà a leggere situazioni tattiche, nonché nel controllare un corpo importante messo alla berlina dalla fiscalità arbitrale. Sta di fatto che il linguaggio del corpo è palese, non può essere solo figlio di “amnesie” di gioventù o dalle “catene” imposte dal metro dei fischietti. Cosa c’è realmente dietro il calo di rendimento? Qualche ulteriore problema fisico? Solo una questione psicologica? Soprassedere, vorrebbe dire perdere gradualmente un punto di riferimento fondamentale sotto le plance e mettere un freno a quello che può essere il potenziale della squadra, dimostratosi elevato.

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Pubblicato il novembre 28, 2021, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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