Il “fortino”, la gara 3, una città che spinge alle spalle

E insomma, dopo aver “matato” il toro piemontese, adesso la Pallacanestro Trieste ipoteca il passaggio del turno battendo, abbastanza nettamente, la Unieuro Forlì a domicilio, per la seconda volta. Vi è un livello di autostima e convinzione in alcuni giocatori che coach Christian ha ben pensato di cavalcarli senza troppi ragionamenti; Michele Ruzzier su tutti, ma anche Eli Brooks, Giovanni Vildera… tutti elementi che spurgano sicurezza, che non conoscono panico neanche quando tutta l’arena romagnola si scalda, quando gli arbitri ingoiano il fischietto e quando qualche tiro in più esce dal canestro. Attenzione, questa potrebbe essere una coperta corta in proiezione, ma, sta adottando la stessa filosofia Cantù, con rotazioni a 7 elementi; l’augurio è che Trieste possa chiudere subito la serie (magari dando più minuti ai complementi) venerdì e veder “scannarsi” le altre due semifinaliste. Ovviamente il retaggio di gara 2 non è solo miele, ci sono alcuni aspetti che devono essere rispettati per poter pensare di arrivare in finale e puntare alla promozione. Non è tanto la condizione di Justin Reyes a preoccupare, in quanto la sua qualità è un valore aggiunto anche in “pantofole e pigiama”, quando la freschezza di Ariel Filloy. Se, dal punto di vista mentale e di coinvolgimento, il “gaucho” è perfettamente centrato, l’ 1/14 da tre punti nelle due sfide con Forlì certamente non è il viatico migliore al finale di stagione. Per contro, abbiamo visto come in stagione regolare, un momento balisticamente drammatico è stato poi seguito da alcune grandi prestazioni. Sempre parlando di singoli, urge una dose supplementare di conclusioni da sotto canestro per Francesco Candussi; il ragazzone di 211 centimetri non può far collezione di stoppate, avendo qualità tecniche per risolvere la questione. Il semigancio, con corpo che distanzia il difensore… e passata la paura. Si è parlato poco della difesa di Trieste ma è assolutamente un valore dall’inizio dei playoff. E’ tornata quell’organica, disciplinata e aggressiva macchina di metà stagione, quella che concede solo tiri difficili da dentro l’area, che sporca linee di passaggio e, al massimo, concede qualche tiro da tre punti allo scadere dei 24”. Inutile precorrere i tempi, anche perché porta sfiga, ma una serie eventuale contro Cantù porterebbe un necessario innalzamento della fisicità visto il tonnellaggio dei lombardi. Ecco, dicevo, non  precorrere i tempi, ora il pensiero va a venerdì sera, anzi, ai giorni precedenti, in cui qualsiasi sano di mente (sportivamente parlando) correrebbe a prendere i biglietti per gara 3. Ci si aspetta un ambiente pazzesco, numericamente e a livello di decibel, il “red wall” al suo meglio, magari anche colorato di rosso come fu negli anni magici della promozione. Serve appunto l’ultima spinta decisiva, serve che una città voglia con la squadra raggiungere la finale, tutti uniti… “fight as one”.

Raffaele Baldini

Pubblicato il Maggio 22, 2024, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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