Cantiere biancorosso: appunti di viaggio
Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini
Si riaprono le porte dell’Allianz Dome per la prima della Pallacanestro Trieste. Nonostante i disagi derivanti dall’impossibilità di usufruire del parcheggio multipiano dell’impianto, gli appassionati sono arrivati in buon numero, stimabili sulle 3000 unità. I decibel alla presentazione toccano picchi importanti alla chiamata di due idoli come Giga Janelidze e Daniele Cavaliero. Il denominatore comune lungo un anno e mezzo è la totale onnipotenza di Juan Fernandez in regia: preciso da tre, con letture perfette e difesa; insomma ad oggi il play titolare della squadra. Da registrare invece la difesa, soprattutto sugli “aiuti” difensivi, apparsi un po’ lenti vicino al ferro, così come il “tagliafuori” a rimbalzo, con Cooke spesso dietro l’uomo e fuori tempo. DeQuan Jones fa vedere tanta qualità, nonostante qualche chiletto da smaltire; da lui ci si attende la versione aggressiva puntando al ferro, appena smaltiti i carichi di lavoro. Jon Elmore rimane l’oggetto misterioso dalla regia troppo cadenzata e dal tiro che non vuole ancora entrare (anche se…); il suo background però non può mentire da questo punto di vista, tempo ancora c’è purchè non entri in “loop” mentale. Diverso invece Kodi Justice, più centrato e dalla evidente esperienza maturata in Europa; il suo stare in campo è competente, poco incline alle forzature. Akil Mitchell incappa in un rapporto complesso con la terza arbitrale, giro a vuoto dopo aver convinto in tutte le altre uscite. In generale la squadra è allineata con il “work in progress” del periodo, avendo le proprie certezze (Cavaliero, Fernandez, Da Ros, Peric, Jones, Mitchell, Coronica) e le scommesse da vincere (Justice, Elmore e Cooke).
Raffaele Baldini
Pubblicato il settembre 12, 2019, in BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Pallacanestro Trieste, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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