La Segafredo batte quel che resta dell’Allianz Trieste post CoVid
49 giorni sono passati dall’ultima uscita stagionale dell’Allianz Trieste. Inizia così con la Segafredo Bologna un tour de force che costringerà gli uomini di Dalmasson a giocare con una cadenza più frequente dei Dpcm del Presidente Conte. Fuori Matteo Da Ros e DeVonte Upson per i padroni di casa, Virtus Bologna senza Marco Belinelli e con una serenità ritrovata dopo la vittoria in coppa, mettendosi alle spalle la tempesta dell’esonero/reintegro di coach Djordjevic.
Prevedibile ruggine iniziale nei giocatori di casa, dazio da pagare per troppo tempo senza partite che contano; Virtus Bologna avanti 0-8 con beneficiate in area e un buon impatto di Ricci. Quasi cinque minuti per il primo canestro Allianz targato Grazulis, un’oasi nel deserto tecnico; ospiti che approfittano il giusto ma senza incantare, 2-10. Trieste fatica a fare due passaggi giusti di fila, Segafredo non ispirata balisticamente nel primo quarto ma saldamente avanti 7-18; si registra anche il ritorno il ritorno sul parquet dopo tanti mesi di Daniele Cavaliero. Una schiacciata di Henry è l’unico squillo fisico dei padroni di casa nel marasma di una condizione fisica lontanissima dalla decenza; Virtus al massimo vantaggio sul +16 grazie ad un concreto Pajola. Non è una partita di pallacanestro indimenticabile, ed era largamente prevedibile, si galleggia sulla fragilità triestina e qualche superficialità felsinea; il vantaggio però si dilata inesorabilmente sul +18 esterno. Ad ogni cenno di aggressività difensiva virtussina fa seguito una palla persa dei padroni di casa; in area pitturata non c’è contrasto per Gamble e soci, tabellone eloquente sul 17-39. Milton Doyle da segni di vita, mentre rimarchevole la difesa di Abass su Alviti, totalmente oscurato nel primo tempo. Squadre all’intervallo con la Segafredo Bologna comodamente avanti 25-43.
Marcos Delia si fa trovare pronto, come tutta l’Allianz alla ripresa delle ostilità. Alla Segafredo basta tornare a servire i lunghi per semplificarsi la vita. Cenni di “zona” in casa biancorossa, segno tangibile di una necessità di contenere gli sforzi; uno schiaccione di Gamble in faccia a Delia fa saltare la panchina virtussina e scuote dal torpore un pò tutto l’ambiente. Prosegue il match fra gigioneggiamenti ospiti e faticose costruzioni offensive giuliane: 34-53. Gamble e Hunter si spartiscono occasioni vicino al ferro, terza frazione chiusa sul 42-59. Virtus sempre danzando pericolosamente fra la presunzione di poter dominare e oscenità tecniche; coach Djordjevic chiama time out proprio per calibrare i suoi in vista del rush finale (47-61). Juan Fernandez da tre punti, seguito da Alviti per il -12, segni di vita in casa Allianz necessari soprattutto in chiave futura; diverse occasioni per Henry e soci per assaporare un possibile rientro nel match vengono mortificate da errori. Weems crea il Canyon fra la Virtus e l’Allianz mandando i titoli di coda anticipati al match. Suono della sirena che decreta il definitivo 60-77, vittoria Segafredo che non sposta nè in chi porta a casa i due punti, nè in chi subisce la sconfitta; troppo il gap fisico/atletico fra le due contendenti, un ulteriore segnale di un campionato che ha cambiato i connotati in corsa.
Raffaele Baldini
Pubblicato il dicembre 13, 2020, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Allianz Trieste, Raffaele Baldini, Virtus Bologna. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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