F8 – Le chiavi contro Brindisi: cinismo e intensità, attenzione al trio delle meraviglie
Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini
Ci siamo. L’attesa è finita e finalmente Trieste gioca per un trofeo. Al Forum di Assago l’Allianz arriva scottata dalla sconfitta contro Brescia ma carica e forte dell’additivo croato, Hrvoje Peric. Di fronte l’Happy Casa Brindisi con il roster probabilmente al completo, Harrison e Willis compresi.
Harrison-Thompson-Perkins, gli immarcabili
Tantissima, infinita qualità nel trio americano, nei ruoli chiave della pallacanestro. Da quando Frank Vitucci “suggerisce” il materiale umano per comporre la squadra, Brindisi è iper-competitiva. Tralasciando l’indubbia leadership di Harrison, fine attaccante, quelli che fanno la differenza sono gli altri due. Thompson è giocatore di quelli da “far firmare con un assegno in bianco”: visione di gioco, non egoista e fantastico nelle letture, genera da solo una mole di gioco tale da innalzare la qualità dei tiri dei compagni. Perkins è il perfetto mezzo lungo da campionato italiano, 203 centimetri per un utilizzo magistrale del corpaccione, con abilita balistiche mancine con un raggio di tiro ampio. Se non sono i tre a fare la differenza numerica nelle partite, sono sicuramente i più incisivi nella fase offensiva pugliese.
“Aggredire” la regia
D’Angelo Harrison è recuperato ma potrebbe avere qualche ruggine da agonismo latente, Thompson è sprecato nel ruolo, Alessandro Zanelli è l’unico regista puro a disposizione di coach Vitucci. Il ventinovenne ha personalità e abilità nello spezzare in due le partite con tiri dall’arco, ma non gradisce le difese asfissianti sui 28 metri. Attentare al suo “ball-handling” (trattamento di palla) significa rallentare l’ingresso nei giochi della squadra pugliese, togliendo ritmo e quindi ispirazione alla dinamica versione d’attacco brindisina.
Cinismo e ritmo
Se c’è un aspetto per cui Trieste non è ancora pronta, è l’“instinct-killer” in certe partite, cioè la capacità di affondare avendo l’inerzia a favore. Quel cinismo che stronca emotivamente gli avversari, quello decisivo in competizioni da “dentro o fuori”. Stesso dicasi per letture offensive, sfruttare vantaggi tecnici quando hai la panchina più lunga, come nel caso dell’Allianz, è basilare. Strettamente legato a questo aspetto è sprigionare un’intensità omogenea, capillare e duratura, il famoso motore a tutti cilindri che ha mandato in tilt la corazzata milanese; non è mai una questione di velocità fine a se stessa, ma di rapidità di pensiero ed esecuzione corretta (leggi palle perse banali).
Pubblicato il febbraio 12, 2021, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Allianz Trieste, Final Eight 2021, Happy Casa Brindisi, Le chiavi, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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