Analisi del giorno dopo: interpretazioni nella vittoria, la difesa sugli esterni, il “centro di gravità permanente” e i fondamentali
Interpretazioni
C’è un mondo interpretativo in ogni partita di basket, e forse questo è il bello dello sport. Rifuggo dall’idea che chi ha vinto lo ha fatto per un colpo di “fortuna”, in quanto il risultato è sempre figlio di una lenta costruzione per arrivare anche all’ultimo tiro che rimbalza, gira sul ferro ed entra nel cesto. E’ vero anche che le stoccate decisive possono avere una matrice opposta: sono soluzioni estemporanee frutto della capacità del singolo o risultato di una azione corale. Da questo punto di vista mi sento di dire che la tripla di Alviti o alcuni canestri nel “traffico” di Peric o Delia sono uno scomposto desiderio di raggiungere lo scopo (il canestro ndr.), a prescindere da schemi e circolazione di palla. Il merito di Trieste è stato di non essere uscita dalla partita, quando veramente niente riusciva, credendo in quella “zona” così incasinata da depistare anche l’ispirato attacco canturino. Agganciati al punteggio, è bastato veder tornare “umano” Jaime Smith e “battezzare” Leunen dall’arco (9 volte su 10 il biondo punirà questa scelta tattica), ringraziando la cecità nei confronti di Procida libero, per agevolare la rimonta. Come potete capire parliamo di tutto e quel contrario di tutto, come quando la partita è in ghiaccio e Matteo Da Ros che eleva il grado di suspense commettendo fallo sulla tripla di Gaines e prendendo tecnico a gioco fermo sulla rimessa lombarda. Insomma, ogni critica può avere sfumature diverse, probabilmente tutte giuste, quello che invece è oggettivo è un ottimo sesto posto in deliziosa solitudine in vista della trasferta di Reggio Emilia.
La difesa sugli esterni
Houston, abbiamo un problema. Ma non da poco tempo. La difesa sugli esterni dinamici (e spesso attaccanti puri) avversari è un mal di testa; Fernandez-Cavaliero-Laquintana fanno una fatica enorme a tenere il primo passo, Doyle lo fa quando ha voglia. La questione non è di facile risoluzione, soprattutto perché nella pallacanestro moderna i pericoli arrivano per il 70% dal “back-court”. La “zona” può mascherare questa debolezza, ma per poco tempo e soprattutto non in una squadra che fa della difesa a uomo il suo religioso credo difensivo. Jaime Smith domenica sera ha tolto anche la piccolissima foglia di fico biancorossa, portando a spasso mezza difesa triestina. Che fare in proiezione? Risposta non semplice, forse è necessario lavorare maggiormente sulla volontà di Fernandez e soci di accompagnare l’attaccante verso un possibile “aiuto” difensivo vicino all’area pitturata, magari sfruttando le rapide mani di Doyle e Henry quali interferenze nel palleggio.
Coinvolgimento di Marcos Delia
Continuo testardamente a sostenere che Marco Delia è un “capitolo tattico” a sé stante nel prontuario Allianz. Giocatore che da solo calamita parte della difesa avversaria vicino al ferro, che ha la posizione giusta per essere servito con costrutto (peccato le esecuzioni, vedi il passaggio), che ha visione di gioco. Paradossalmente l’attacco triestino, di matrice fortemente perimetrale, quando coinvolge il centro argentino ha un equilibrio maggiore, aprendo spazi interessanti per i tiratori. Trieste ha una pessima confidenza con il contropiede, usare la “sponda” Delia nelle transizioni rapide offensive può portare ad interessanti soluzioni, senza dover far nulla di trascendentale.
I fondamentali
Il “tagliafuori” contro Brindisi, la gestione dei contropiedi, l’esecuzione dei passaggi al lungo sono tutti elementi tecnici su cui Trieste deve lavorare tantissimo. Non c’è categoria o età per migliorare i “fondamentali”, soprattutto quando il livello si alza, come nella massima serie. Se, per esempio, il contropiede rappresenta il modo più sicuro per andare a canestro, l’Allianz di questa stagione sta sprecando circa il 90% delle occasioni. Anche la qualità dei passaggi è rivedibile, soprattutto quella verso i lunghi: sbilenchi, lenti e telefonati, sono parte delle 16 perse della partita con Cantù. Buon lavoro.
Raffaele Baldini
Pubblicato il marzo 8, 2021, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Acqua San Bernardo Cantù, Allianz Trieste, Analisi giorno dopo, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
Lascia un commento
Comments 0