Analisi del giorno dopo: quell’assist involontario di Martino, la velocità di testa e di esecuzione, il problema del vice-Fernandez
Quando Antimo Martino ti agevola il compito…
L’avevo scritto nelle “chiavi” del match: solo Tomas Kyzlink poteva avere una possibilità (forse neanche quella) di fermare Myke Henry. Non so se ci fossero recondite questioni legate alla condizione fisica, fatto sta che Antimo Martino ha preferito rimpolpare un reparto lunghi già autonomo e più che sufficiente con Justin Johnson che, al suo rientro, non ha neanche sfigurato. Peccato che le partite le vincono nell’80% dei casi (nel basket moderno) gli esterni, per cui “Lobito” Fernandez e Myke Henry hanno potuto banchettare a proprio piacimento su quel che restava di Koponen, Lemar, Candi. C’è in sostanza un macro-aspetto a Reggio Emilia che sta imbrigliando i meccanismi, quell’ansia da prestazione che annebbia la vista e la mente, che fa perdere lucidità e che ti fa crollare alla prima spintarella.
Blindate Myke Henry!
Se la società vuole fare un affare, a prescindere se il futuro dell’americano sarà a Trieste o meno, prevede un extra-budget per blindare con un pluriennale Myke Henry. Giocatore PERFETTO per un campionato europeo, capace di fare tutto (e bene), di avere quell’arsenale offensivo così ampio, da poterlo adoperare a proprio piacimento, e alla velocità d’esecuzione preferita. Non solo, non è un cannibale; la sua corposa produzione offensiva avviene in un contesto di gioco di squadra, senza particolari forzature e senza aver bisogno di decine di conclusioni per fare numeri.
Velocità di testa e velocità di esecuzione
Vi invito a riguardare la partita con Reggio Emilia in quest’ottica: apprezzate la velocità con cui ogni giocatore sa cosa dovrà fare e la velocità di esecuzione del passaggio. L’Allianz Trieste quando abbina la corretta lettura offensiva con un adeguato “timing” per eseguire i passaggi, diventa una macchina da guerra. Ho forse dimenticato anche un altro aspetto nella buona riuscita dell’attacco: un competente ricettore, capace di non deragliare anche in precarie condizioni di equilibrio. Ieri Delia e Upson sono stati ballerini del Bol’šoj nel governare fisico e palla in condizioni complesse, evitando “sfondamenti”, servendo ottimi assist ai tiratori o concludendo a canestro.
Un rendimento… fa primavera
Abbiamo un campionario statistico piuttosto ampio, direi sulla base di 11 anni. Eugenio Dalmasson e il Prof. Paolo Paoli sono gli artefici dello studio a tavolino sulla preparazione e gestione delle forze durante l’anno sportivo. A prescindere da un’annata complessa sotto attacco sanitario, l’andamento sembra tracciare il solito grafico: leggero calo dopo Gennaio e risalita con il mese di Marzo per il rush finale. Se la partita contro Reggio doveva dare delle indicazioni, sicuramente le ha date, e se viene mantenuto il trend degli ultimi anni, si può guardare con ottimismo alle prossime partite.
Il vice-Fernandez è un problema da risolvere
C’è solo un neo nella prestazione dell’Allianz all’Unipol Arena: quello legato al ruolo vacante del vice-play, essendo Laquintana in crisi, Cavaliero non proprio adatto e Doyle ondivago. Il problema non è di lieve entità, spremere il “Lobito” è un affare che non conviene a nessuno, in primis per la delicata struttura fisica dell’argentino, in seconda battuta perché Trieste deve trovare un sostituto per farlo rifiatare. Ci sarebbe un’ardita “terza via”, quella che potrebbe portare Myke Henry ad assurgere al ruolo, avendo un buon trattamento di palla, ottima propensione ad attaccare la prima linea e visione di gioco; tutto questo come estremo rimedio, perché così si “brucerebbero” in un solo colpo due giocatori nel ruolo.
Raffaele Baldini
Pubblicato il marzo 14, 2021, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Allianz Trieste, Analisi giorno dopo, Raffaele Baldini, Unahotels Reggio Emilia. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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