Le chiavi (introvabili) per la sfida ai Campioni d’Italia
Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini
Da dove partire? Dal fatto che alla Segafredo Bologna mancheranno Milos Teodosic e Mouhammadou Jaiteh? Fatica (ed entusiasmi) sprecati, perché la Virtus farà esordire Nico Mannion e Isaia Cordinier, dopo aver salutato l’ingresso nel roster di Jakarr Sampson (17 punti in 17 minuti contro la Reyer Venezia ndr.).
Una regia molto diversa
La Segafredo ha ribaltato come un calzino la regia: compassata e cerebrale con il duo Teodosic-Markovic, istintiva e sui 28 metri con il quartetto Mannion-Pajola-Cordinier-Ruzzier. Per Trieste meglio o peggio? Decisamente peggio, in primis perché il reparto esterni biancorosso ha un difensore rapido e volitivo (ma ondivago) come Corey Sanders, un uomo con la condizione fisica da recuperare (Fernandez) e il capitano Cavaliero con una carta d’identità pesante. Dal punto di vista tattico può essere un vantaggio non dover gestire l’imprevedibilità di Teodosic, puntando a considerare il nuovo assetto a trazione offensiva, meno “distributiva”. La chiave comunque sarà rallentare il ritmo bolognese, spezzarlo, non alimentare l’entusiasmo genuino dei ragazzotti sopra citati.
Isaia Cordinier
L’esordio del giocatore francese implementa (e non poco) il reparto esterni, all’occorrenza partendo da regista occulto. Atleta e penetratore notevole, abbina velocità di primo passo con verticalità vicino al ferro; sarà da capire come coach Scariolo vorrà sfruttarlo, soprattutto in virtù di un reparto che, con l’aggiunta di Mannion, deve far quadrare personalità forti e impianto tattico di squadra.
Kevin Hervey
Giocatore pazzesco. 206 centimetri dinamici, di una pulizia tecnica abbacinante, in grado di fare tantissime cose sul parquet e tutte in maniera intelligente. I numeri alle volte fanno giurisprudenza: 18.3 punti per partita con il 63,3% al tiro da due punti, 7.3 rimbalzi, 0 palle perse (!!), oltre 2 assist. Marcarlo è un mal di testa, tipologicamente i preposti dovrebbero essere Grazulis-Lever, e l’abbinamento risulta perlomeno complesso.
Imparare, provare, crescere
Partite di questo tipo sono il motivo più valido per poter strutturarsi in vista della lunga stagione. Misurarsi con avversarie due spanne sopra vuol dire eseguire i giochi, difendere, reggere mentalmente la sfida innalzando il livello della propria pallacanestro. Cercare di stare al passo del battistrada fuoriclasse sarebbe un suicidio tattico (come ha fatto Varese), andare al “proprio ritmo” ma scientemente protesi a fare quello che su cui si è lavorato in settimana, il viatico ad una partita almeno dignitosa.
Pubblicato il ottobre 16, 2021, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Allianz Trieste, Le chiavi, Raffaele Baldini, Segafredo Bologna. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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