Analisi “pugliese”: Konate-Delia, la difesa e metà strada, il trattamento Banks e quella chilometrica passione
Kon(a)te no!
Torna il “babau” Delia e Sagaba Konate sparisce. La questione preclusiva a livello professionistico la trovo un po’ ridicola; sembra come la gara di corsa in cui partecipa il “figlio di papà” e vien detto ai concorrenti di andare piano per farlo vincere. Sei un professionista? Vuoi eccellere nel tuo lavoro? Invece di guardare Zanelli e Redivo penetrare a canestro, sfrutti quei 12 minuti per oscurare la vallata e convincere il tuo coach. Marcos Delia e Sagaba Konate sono complementari, è sempre stata un’abbinata per il reparto ideale, non vedo controindicazioni nella coesistenza; forse, il problema maggiore, e un’annata può far giurisprudenza, è la coesistenza di Konate… con se stesso.
Difesa a metà strada
Ci sono state intuizioni sui singoli, a livello difensivo, più che azzeccate. Il criticato Delia ha tolto dal match un certo Nick Perkins, un iradiddio nel campionato italiano che viaggia ad oltre 17 punti a partita e decide spesso le sorti della squadra. Quello che invece non ha convinto sono gli adeguamenti di squadra; spesso ad una difesa competentissima sull’uno contro uno dei lunghi brindisini, si son visti i difensori dal “lato debole” staccarsi troppo dal diretto avversario senza motivo, risultando in ritardo per tiri dall’arco di Udom e soci. Stesso dicasi sugli “aiuti” dei lunghi sulle penetrazioni degli esterni, Konate su tutti. L’ “aiuto o non aiuto” ha fatto permanere il lungo in una terra di nessuno, poco utile a fronteggiare l’esterno e fuori posizione per l’eventuale rimbalzo. Che sia chiaro, l’errore di fondo è che Banks non ha difeso e Davis si “stampa” regolarmente sui blocchi dei lunghi avversari. Questo “elastico” poco elastico però è un problema atavico di Trieste, lungo sicuramente tutto il girone di ritorno.
Interpretazioni tattiche
Solo per entrare nella testa dello staff tecnico, solo per provare a dare una spiegazione ad alcune scelte all’apparenza incomprensibili. Perché Mian al posto di Clark in quintetto? Perché Fabio è giocatore di sistema, perché equilibra l’estro del duo Davis-Banks ma soprattutto perché Clark dalla panchina è l’uomo che può spaccare in due la partita quando le gambe degli avversari sono un po’ più stanche. Perché pochi minuti a Konate? Già detto dell’approccio mentale, il punto fondamentale è che Delia ha tolto il giocatore più forte insieme ad Harrison alla faretra brindisina.
Trattamento Banks…
Arbitraggio scarso al Palapentassuglia, non decisivo ai fini del risultato. Fatta questa premessa, continua ad esserci una certa qual indifferenza sui trattamenti riservati ad Adrian Banks. Fosse Totti, Del Piero o Messi parleremmo di lesa maestà e di uno sfregio al talento, con pagine di giornale riempite di improperi alla classe arbitrale. Nella pallacanestro invece tutto è lecito finchè il commissario non se ne accorge o… l’allenatore chiede lumi. No, non parlo dell’educata versione di coach Ciani, parlo di un “tecnico” sprecato per giusta causa, con incazzatura incorporata e vena ingrossata sul collo. Non è fomentare la violenza, è alzare il livello di concentrazione arbitrale su un aspetto della sfida, lasciando poi la libera interpretazione alle “giacchette grigie”.
Oltre 2100 chilometri di passione
Ci sono cose che non possono essere spiegate, né con immagini, né con racconti. Fare 22 ore di viaggio, oltre 2100 chilometri, tifare in nome di una passione sportiva… va ben oltre qualsiasi concetto di appartenenza. Il gruppo di tifosi presente al PalaPentassuglia è la radice più sana del perché a Trieste deve esistere ancora e per sempre il basket; sono i portavoce di tutto il popolo di appassionati biancorossi, è chi si “sporca le mani” per dar voce a chi non può e vorrebbe, sono l’anima della Pallacanestro Trieste. Come ho detto tante volte, basterebbe per un giocatore alzare lo sguardo e vedere una bandiera con l’alabarda, un tifoso con la sciarpa biancorossa, un vessillo sventolare… per andare in missione!
Raffaele Baldini
Pubblicato il aprile 25, 2022, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Allianz Trieste, Analisi giorno dopo, Happy Casa Brindisi, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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