Analisi post Santo Stefano: Pacher infortunato, quel ragazzone diverso, la regia che non ricordavamo e il cinismo necessario
Trieste, abbiamo un problema: A.J. Pacher al pronto soccorso
Ricordate la rovinosa caduta di A.J. Pacher sotto canestro nel tentativo di stoppare l’avversario? Ecco, il risultato è una “gita” al pronto soccorso, con collare annesso. L’eventuale infortunio dell’ala sarebbe una tegola pesantissima in vista della trasferta a Verona, match decisivo per la lotta salvezza. Speriamo non sia niente di serio.
Quel ragazzone così diverso dagli altri…
Ne abbiamo visti di centri gravitare per Trieste, tanti caratteri e personalità, un modo di esprimere pallacanestro “variopinto”. La chiave (spesso) per far incidere è quella mentale, perché spesso i “lungagnoni” sono soggetti sensibili e da trattare con cura; delle volte addirittura può non bastare, perché il loro mondo è un micro-cosmo blindato e senza regole precise. E poi c’è Skylar Spencer, un “mormone” per come è educato (nella vita e sul parquet), un soggetto unico che trasuda voglia di migliorare e di rendersi utile. In una stagione inconsistente, duole dire forse figlia di una adeguatezza strutturale di base, c’è tanto spazio per un silenzioso operato di chi sa aspettare il suo momento, di chi non punta presuntuosamente il dito contro il prossimo ma che lavora su se stesso per dare un contributo al gruppo. La partita contro Trento è la cartina tornasole di quanto sopra detto: tiri presi ad alta percentuale (affondate ndr.), palloni sporcati a rimbalzo offensivo e “scudo” nella propria area pitturata. Il problema però si ingigantisce: con Pacher non ancora adeguato, ha senso sostituire un uomo amato dal gruppo ma inconsistente, prendendo qualcuno più forte ma che rompe gli equilibri? Io non so rispondere…
Ruzzier e quella regia che non vedevamo da tempo
L’avevamo dimenticato. La serie di play adattati degli ultimi anni con la canotta biancorossa, avevano completamente distorto il concetto di regia, quella vera. Michele Ruzzier ha rinverdito, con qualità superiore, un innato senso delle geometrie e spaziature, l’essenzialità di battere la prima linea per cercare linee di passaggio migliori, la personalità nel servire palloni ai lunghi senza perdere quel mezzo secondo di improvvida razionalità. Metà del rendimento di Spencer è da attribuire a Ruzzier, così come alcuni tiri aperti di Davis e Bartley; insomma per chi avesse avuto dubbi sulla bontà dell’operazione, oggi si deve ricredere per quello che vede sul parquet.
Serve più cinismo
Spaccare il capello in quattro, o forse è meglio dire trovare le limature necessarie per non veder sfuggire partite come quelle con Brescia e a Varese. Trieste concettualmente ha dominato la partita di ieri, avanti per 40 minuti e sempre con un margine di sicurezza, ma, in due-tre occasioni è stata dannatamente “natalizia”. In vantaggio di 9-10 punti non puoi, non devi gettare alle ortiche due o tre possessi per “uccidere” il match; in serie A, il mancato colpo del KO vuol dire rianimare l’avversaria che, proprio perché siamo nella massima serie, diventa capace di realizzare una serie di insospettabili triple. Ricordo sempre che una lotta per non retrocedere, è CINISMO allo stato puro.
Ormai viaggiano tutte…
Qualcuno si sarà rovinato la serata guardando i risultati delle “altre”. Ebbene è un dato di fatto, con l’incedere del campionato, tutte le compagini si ri-calibrano, si rinforzano e diventano competitive. Dalla Treviso aggrappata ai fenomeni Iroegbu-Banks, alla Scafati versione Caja (difensiva ndr.), fino alla prossima avversaria di Trieste, la Tezenis Verona, additivata dall’arrivo di Sanders e ancora sul mercato per elevare qualitativamente il roster. C’è da correre, anche perché vedendo la storia delle partite vincenti delle dirette rivali, c’è tanto di quel cinismo di cui sopra.
Un problema arbitrale continuo
A tinte fortissime come per Piero Bucchi a Venezia, altre più smorzate come per Repesa contro Bologna, ma la serie A di basket ha oggettivamente un problema arbitri. La stessa terna vista a Trieste non convince per niente. Orrori arbitrali e metri di giudizio non coerenti, compensazioni inanellate con quel sbagliatissimo concetto del bilanciamento (che non c’è); per buona parte del match gli arbitri fischiano anche i respiri a Trieste, per poi comminare un quinto fallo a Grazulis su un’entrata di Ruzzier che non ci stava. Urge correre ai ripari, ma la via della redenzione non c’è, visto che la categoria soffre di disertamento.
Raffaele Baldini
Pubblicato il dicembre 27, 2022, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Analisi giorno dopo, Dolomiti Energia Trento, Pallacanestro Trieste, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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