Ed è già ora di gara 2…

Oggi come oggi non ha senso parlare di cosa effettivamente è accaduto fra la fine della stagione regolare e la post-season. Pur rimanendo convinto che la pallacanestro non si discosta dagli altri ambiti della nostra esistenza, per cui la costruzione (o distruzione) di una architettura ha senso ben prima della posa dell’ultimo parchetto. Rimane il fatto che la Pallacanestro Trieste dei playoff ha tutta un’altra attitudine, una personalità al limite della strafottenza (in senso positivo), un gioco offensivo credibile ma soprattutto tarato secondo debolezze altrui, la difesa è più che adeguata e anch’essa dalle letture competenti. Partiamo da un comun denominatore: Trieste approccia benissimo alle partite. Chi ben comincia è a metà dell’opera e, la personalità con cui Ruzzier e soci hanno indirizzato le sfide è una delle chiavi del filotto vincente. E’ chiaro che, come dice il buon Pillastrini, nella post-season la qualità fa da padrona, e Michele Ruzzier oggi è un playmaker illegale per la categoria. La sua regia è di un livello pazzesco, per lucidità abbinata a ritmo ed efficacia; il suo moto perpetuo, le sue accelerazioni e ora anche il tiro da tre punti regalano a coach Christian un prolungamento di…onnipotenza. Un leader è anche quello che, esattamente come sta facendo Filloy, indirizza i compagni, al di là delle prestazioni, ma dal modo di stare in campo e di comunicare. Tornando al gioco una delle chiavi vincenti di gara 1 è stato il modo con cui Trieste ha girato il pallone offensivamente, con tutti gli uomini in movimento e facendo lavorare la difesa forlivese su ampie metrature; la sensazione, esattamente come con Torino, è che Cinciarini e soci siano stati “asfissiati” dal ritmo. Ovviamente c’è da guardare il contro altare, quello porta a dire che una serata così negativa al tiro da Forlì non si vedeva dal ‘65… anche perché Forlì ha un roster con ottimi esecutori. Nel tragico (sponda forlivese) pomeriggio dell’Unieuro Arena si salva solo la pericolosità di Johnson “faccia a canestro”, difficile da arginare per le gambe lente di Vildera e Candussi, e fisicamente da Ferrero, e la zona “match-up” che per alcuni tratti del secondo tempo ha messo in difficoltà i triestini; per il resto notte fonda, ma forse è il miglior modo per ripartire, un foglio bianco può essere riscritto da capo, posto che la testa dei giocatori di Antimo Martino sia capace di resettare lo shock di gara 1. Fa bene il coach forlivese ad applaudire i propri giocatori e a convincere tutto il pubblico a farlo, ben sapendo che i playoff sono storie da vivere ad ogni rappresentazione. Sul fronte Trieste adesso c’è una grande opportunità, la prima è rappresentata da gara 2 per un possibile “scacco matto” (magari perdendo meno palloni), la seconda è giocarsi la qualificazione davanti alle mura amiche, in un ambiente che sarà certamente clamoroso per calore, decibel e colore.

Step by step, siamo già alla vigilia di gara 2, tutta un’altra storia.

Raffaele Baldini

Pubblicato il Maggio 20, 2024, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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