Keys of the Match – CANTU’

Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

Una Cantù arrabbiata, sei sconfitte consecutive minano il morale ma soprattutto generano un senso di rivalsa. Una scossa è arrivata dal mercato con l’arrivo del centrone londinese Kavell Bigby-Williams, 211 centimetri a servizio del reparto, pronto ad esordire domenica. Mancherà anche Jaime Smith, chiave nella regia lombarda.

Attaccare il playmaker

La mancanza di Jaime Smith sposta sensibilmente l’onere di regia sulle larghe spalle del funambolo Jaaziel Dante Johnson, playmaker tascabile, strutturato e con grandi capacità offensive. Dietro a lui però la questione si fa complessa. Cesare Pancotto non vuole “sprecare” Woodard da regista, destinando ad Andrea La Torre oneri in tal senso, senza esagerati imbarazzi viste le esperienze pregresse. Il risultato però è palesemente diverso: ritmo compassato, poco estro e minor capacità di sfruttare i pick and roll. “Stressare” Johnson diventa una chiave fondamentale per Fernandez e soci, in un match che potrebbe anche veder elevati i ritmi (chiave sottostante).

Cantù vuole speculare sulle energie limitate triestine

Se solo Cesare Pancotto avesse guardato 5 minuti della sfida di Trieste a Bologna, un sorriso beffardo si sarebbe materializzato sul volto. Nessuno come il marchigiano sa come affondare il coltello nella piaga avversaria, rappresentata dalla condizione atletica relativa dei biancorossi di coach Dalmasson. Alzare esageratamente i ritmi a Desio potrebbe essere però un’arma a doppio taglio: da un lato potrebbe fiaccare le resistenze giuliane ma nel contempo potrebbe anche rendere meno lucida la pallacanestro di un roster comunque senza una pedina fondamentale come Smith.

Il pick and roll alto, con poco gioco interno

Kavell Bigby-Williams è stato preso anche per dare profondità ad un gioco offensivo a trazione esterna (per usare un eufemismo). Cantù vive di continui pick and roll sull’arco dei tre punti, confidando nell’estro dei dinamici esterni lombardi. Naturalmente questo crea anche situazioni di avvicinamento a canestro, così come iniziative atte ad attaccare il ferro (vedi Pecchia), ma rimane una gestione fondamentalmente in mano a Johnson e soci. Trieste può aggredirli, compatibilmente con le energie fisiche, come ha fatto con la Virtus Bologna, sapendo che i ricettori (Kennedy e Bayehe) non sono qualitativamente all’altezza di Gamble, Hunter e Tessitori.

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Pubblicato il dicembre 16, 2020, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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