Le chiavi contro Pesaro: piccole conquiste all’interno dei 40 minuti
Quando due depresse si incontrano, cosa ne può scaturire? Certamente una sfida dalla forte connotazione mentale; Trieste e Pesaro sono due realtà in crisi, sia fisicamente che psicologicamente. L’approccio dei due allenatori in vista della partita di questo pomeriggio è stato diametralmente opposto: coach Dalmasson non ha alimentato tensioni, coach Repesa ha messo tutti di fronte a responsabilità, lui compreso.
Approccio alla partita
E’ evidente che se l’Allianz approccia al match come l’ultima uscita in terra trentina, la sfida si può chiudere nel primo quarto. Nel tentativo di recuperare l’autostima il primo passo è quello di acquisire anche piccole certezze durante il cammino. Comandare dalla palla a due il match vorrebbe dire mettere un tarlo nella testa dei marchigiani, mortificare il loro tentativo di reagire al momento negativo. Serve tanta applicazione, serve concentrazione, serve eseguire ogni movimento sul parquet con ferma convinzione.
Tommy Laquintana, l’occasione stagionale
Non è stata una stagione facile per Tommy Laquintana, ma è lui stesso a rendersene conto. Con l’infortunio di Juan Fernandez (probabile non utilizzo), l’esterno da Monopoli ha un’occasione d’oro; la sua regia potrebbe portare ai playoff la squadra, per un finale di stagione rigenerante. Anche per lui il concetto è di non strafare (sinonimo di deragliare quando si è sotto pressione), ma lasciare che il match venga a sé. Più Laquintana sarà calibrato, più coach Dalmasson non dovrà attingere alla fragile regia di Milton Doyle o consumare Daniele Cavaliero.
Atletismo degli esterni
Dando per scontato l’apporto del lungo Tayler Cain, il pericolo maggiore per Trieste è rappresentato dall’indolenza difensiva sugli esterni. Justin Robinson, Paul Eboua, Frantz Messenat e Henri Drell possono rappresentare pericoli con il binomio velocità/atletismo; sono giocatori in grado di colpire dall’arco ma anche di attaccare il ferro con buona aggressività. Se Henry soprattutto, difende come le ultime uscite, qualcuno di loro avrà una serata da ricordare negli archivi statistici.
Variare una logica tattica capita ormai da tutti
Giocare con insistenza in post-basso, peraltro senza muovere la difesa, è un affare poco producente. Trieste non ha lunghi offensivamente dominanti (vedi Cain, Bilan, Watt), quindi non crea vantaggi; meglio servire Delia e soci in soluzioni dinamiche, come è stato fatto in un paio di occasioni con Trento nel secondo tempo. In ultima battuta, che un’eventuale rimonta non debba passare per lo sterile passing- game a nove metri da canestro con tiro da tre forzato, altrimenti Pesaro avrebbe comoda gestione.
Pubblicato il aprile 18, 2021, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Allianz Trieste, Le chiavi, Raffaele Baldini, Vuelle Pesaro. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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