Analisi post Napoli: coperta corta, coraggio in panchina e la “foglia di fico”
Adesso la coperta è corta
Si può tamponare una falla, si può galleggiare con una crepa, poi la barca rischia di affondare. L’Allianz ottimamente costruita e sistemata con l’arrivo di Davis adesso è una coperta corta, l’assenza di Fernandez è enorme per mille motivi (cestistici ed emotivi), quella di Lever è sanguinosa per un reparto lunghi orfano di un giocatore (Konate ndr.) e di un altro dal rendimento altalenante (Grazulis). Non solo, Marcos Delia tipologicamente non può assurgere al ruolo di lungo verticale e dinamico, necessita per forza di cose di quello che fu Sagaba. L’affare si complica perchè il mercato mette la società nell’emergenza di guardare a due ruoli chiave, ma avendo risorse limitate.
Davis e Banks, li aspettano tutti
Adrian Banks e Corey Davis nel finale di partita li aspettano tutti come il San Paolo aspettava che Maradona uscisse dallo spogliatoio per la prima volta. Le scorribande dei due americani, dotati di indubbie capacità balistiche, cozzano con un livello alto di conoscenza cestistica (avversario), in un caso con una carta d’identità che presenta il conto verso il finale, e con una inconsistente presenza fisica dei “bloccanti”. Le “preghiere” quindi diventeranno materiale per indefessi credenti ma sempre più spesso potrebbero trasformarsi in imprecazioni da laici peccatori.
Coraggio e (mancato) coraggio
Con il senno di poi siamo buoni tutti a fare la storia. C’è però in ogni partita un elemento che sfugge al piano tattico e che ti fa vincere le partite. Coach Stefano Sacripanti ha cavalcato l’onda dei pretoriani, dei complementi “brutti, sporchi e cattivi” che gettano maldestramente il cuore oltre l’ostacolo; Zerini e soprattutto Marini hanno rappresentato i “jolly” decisivi, l’uscita dal campo di Cavaliero il mancato coraggio per una sconfitta in chiave triestina. Ribadisco, qualsiasi allenatore al mondo vorrà finire con quintetti di affidabilità le partite, soprattutto quelle punto a punto, ma quelli arditi pescano vittorie totalmente inaspettate.
Foglia di fico
L’enorme foglia di fico biancorossa (per una compagine non “superdotata” qualitativamente) è rappresentata da Fabio Mian e Daniele Cavaliero; le loro triple, anche fuori dai giochi, hanno mascherato un attacco con spaziature modeste e tempi di gioco inadeguati. Mancando la fluidità, mancando i momenti giusti per dare profondità al gioco, l’aggressività partenopea ha avuto comodamente la meglio, con enormi meriti, soprattutto nel primo tempo. Attenzione, perchè se la difesa sappiamo possa essere registrata entrando prima nella testa e poi nelle gambe dei giocatori, l’attacco senza Fernandez, con Konate nullo e Grazulis non sempre a fuoco, diventa sterile, spuntato, leggibile.
Raffaele Baldini
Pubblicato il febbraio 1, 2022, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Allianz Trieste, Analisi giorno dopo, GeVi Napoli, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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