Analisi: rovescio della medaglia, il Delia innescato e la bellezza di una partita vista a bordo campo
Il rovescio della medaglia
Sappiamo benissimo che la scelta dello staff tecnico, a livello difensivo, sia basata fondamentalmente su cambi sistematici per mantenere l’intensità e “togliere l’aria” agli attaccanti avversari. La versione di Treviso è una medaglia a due facce. La prima, quella “blanda” del primo tempo, ha creato una serie di “mis-match” favorevoli ai veneti, con esterni a battere nell’uno contro uno i lunghi triestini e lunghi a sfruttare chili e centimetri contro i male accoppiati esterni biancorossi. E’ il cono d’ombra di questa scelta tattica appunto, gli accoppiamenti non coerenti. Nel secondo tempo però lo stesso principio ha due elementi che spostano completamente i presupposti dei primi venti minuti: intensità e aggressività. Le mani addosso, la pressione messa ad una Treviso che stava palesando difficoltà, ha inceppato il maccanismo offensivo offrendo solo estemporanee soluzioni ad ottimi solisti (Dimsa ndr.) o gite in lunetta per un bonus speso. Insomma, come spesso accade, non è cosa fai ma è COME lo fai che fa la differenza.
Comunicazione: a lezione dal “lobito” per esaltare Delia
C’è un modo di mettere in difficoltà Delia a livello di passaggio: l’assist a breve distanza su penetrazione dell’esterno. Corey Davis ama questo tipo di soluzione ma mal si calza con le caratteristiche dell’argentino. L’ideale è il “lob”, se non ci sono aiuti dal “lato debole” o il “passaggio schiacciato” per il lungo che taglia verso il canestro, bagaglio nelle corde di un fine esecutore come era Juan Fernandez. In questo modo Marcos Delia diventa un’arma letale per gli avversari, perché tiene il contatto, ha mano educata e soprattutto leve chilometriche. Quest’anno poi mette spesso e volentieri anche i tiri liberi.
Quei segnali silenziosi di un leader
La prestazione “monstre” che stava ricamando Adrian Banks al Palaverde è stata “sporcata” da quelle palle perse nel finale e da quell’antisportivo (scelta arbitrale discutibile) che poteva riaprire la partita. Però, riavvolgiamo il nastro e soffermiamoci su questo: un 36enne, con spiccate doti da attaccante, nell’ultimo quarto, si sbatte difensivamente per recuperare due palloni pressando l’esterno in palleggio. Lasciamo stare i 19 punti con tripla “spacca-gambe” restituita a Sokolowski, lasciamo perdere la consueta assicurazione sulla vita dalla linea dei tiri liberi; questo giocatore vuole vincere le partite, e lo fa con tutto quello che ha a disposizione, anche parlando di continuo con il gruppo, spiegando situazioni tecnico-tattiche all’interno della sfida.
Quanto è bello vedere una partita a bordo campo
Chi pensa che vedere una partita di pallacanestro sia un punto di vista unico, a prescindere dal posto in cui si trova, non ha capito una mazza di questo sport. Ho avuto la fortuna di vivere il match a bordo campo al Palaverde, ed una mente semplice (anche limitata) ma attenta come la mia, ha potuto registrare diverse sfumature interessantissime. La prima constatare che il gruppo è solido, coeso, vivo; vedere come Cavaliero, Deangeli e gli altri giocavano la loro partita dalla panchina, è termometro dello stato di salute di una squadra. Incitamenti, suggerimenti, indicazioni ai compagni come un “gobbo” a teatro. Esattamente come Banks, a gioco fermo, verso i compagni seduti, per spiegare alcune “sedute tattiche” improvvisate in tempo reale. La seconda è vedere l’emotività di Sagaba Konate: torna in panchina lanciando l’asciugamano ed imprecando dopo un “nulla” prodotto sul parquet, poi segna 6 punti di fila e il suo linguaggio del corpo cambia radicalmente al punto di scivolare nell’eccesso di entusiasmo (vedi “fallo tecnico” preso). E ultimo non ultimo vedere quanto il match fra Treviso e Trieste sia di livello: contatti fisici, ritmo, giocate dei singoli rimarchevoli, tutto quello che per televisione o da una “piccionaia” viene dato per scontato, anzi, non viene proprio visto.
Raffaele Baldini
Pubblicato il febbraio 4, 2022, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Allianz Trieste, Analisi giorno dopo, Nutribullet Treviso, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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