Tante risposte a troppe domande. Come riconquistare la gente?
L’ “esperimento sociale” ha portato elementi che confermano la tesi: impossibile tracciare un comun denominatore al calo di presenze all’Allianz Dome. Come volevasi dimostrare, a seconda del grado di passionalità, il tifoso di pallacanestro ha esternato il proprio punto di vista rispetto all’articolo pubblicato ieri: (https://cinquealto.com/2022/12/13/le-equazioni-a-piu-incognite-per-linconsueta-scarna-cornice-dellallianz-dome/).
Il “sentiment” (fanculo a sti inglesismi moderni) svaria frastagliandosi in una pluralità di motivazioni. Quale è quindi il viatico a riprendere il filo conduttore di un rapporto interrotto fra squadra/società e tifosi? Il principio è sempre lo stesso nel mondo della comunicazione, cioè quello di registrare le esigenze degli utenti a cui fa riferimento. La società dovrebbe andare in mezzo alla gente, capire TUTTI i motivi del “raffreddamento” e stilare un programma per coinvolgerli nuovamente. Sondaggi, questionari, forum… qualsiasi veicolo può determinare un quadro discretamente esaustivo della situazione.
Attenzione, non si parla di assecondare ogni cosa, perché spesso si scade in pretese da bambini viziati, bensì di sensibilizzarsi rispetto alla platea di riferimento. L’appartenenza è un concetto biunivoco, nato dalla cieca fiducia del tifoso verso la società sottoscrivendo l’abbonamento e cresciuto nel rispetto della società verso questo atto di fede. Dare per scontato, da una o dall’altra parte della barricata, rende il rapporto poco sincero.
In tutta una serie di considerazioni, rimarcate sui social, atte ad evidenziare delle “debolezze” del triestino medio (che poi sono comuni a tutti i comuni mortali), ci sono anche delle peculiarità positive su cui si può strutturare la riaccensione della passione: l’appassionato di basket giuliano non ha bisogno di risultati eclatanti per convincersi, ha una naturale predisposizione per il prodotto cestistico (rispetto al calcio per esempio), una volta coinvolto diventa il più caldo dei tifosi.
Recepimento delle esigenze, investire sui naturali punti di forza e, infine, comunicare i propri intendimenti con una pluralità di canali e con iniziative degnamente pubblicizzate. Troppo spesso ultimamente si è considerato l’aspetto mediatico come un “male necessario”, si è fatto il minimo indispensabile quando in realtà la pandemia e il prodotto televisivo aveva inchiodato i sederini degli appassionati al divano di casa. Una comunicazione efficace è quella che convince l’utente medio a preferire l’Allianz Dome al divano di casa, quella che fa apparire Spencer come un forte giocatore di basket (oddio, forse là siamo nella fantascienza), una partita di basket come lo spettacolo più accattivante in città. Soprattutto il primo principio su cui deve basare il proprio lavoro la società è quello di conquistare anche un solo tifoso in più ad ogni rappresentazione.
Se tutto questo sarà fatto senza avere un riscontro, allora sì potremmo dire con certezza che il triestino contemporaneo sarà attratto solo da chioschi (con tanto alcool) e da ingressi gratuiti al “Laqualunque” o “Laqualsiasi”.
Raffaele Baldini
Pubblicato il dicembre 14, 2022, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Pallacanestro Trieste, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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