Analisi post derby: serata perfetta, il Lego da decifrare, la fondamentale presenza di Ruzzier e il rinforzo
Non si poteva sperar… De Meo
Tutto giusto: derby vinto senza sofferenza, atmosfera pazzesca sotto le volte del Dome, un carico di “triestinità” da portare negli States per il Presidente Richard De Meo e soci. C’erano tante incognite dietro questa partita, tre settimane di inattività, questo rinforzo mancato che ha “stemperato” alcuni, il carico di responsabilità nel giorno degli americani in prima fila. Invece coach Legovich ha ricamato un capolavoro prima a livello mentale e poi tattico; squadra pronta ad azzannare la preda dalla palla a due, esterni consapevoli di dover distribuire il “prodotto Gaines”, l’idea di non dover rischiare premendo sull’acceleratore dal primo all’ultimo minuto.
Non sono d’accordo con Legovich
La sala stampa del coach mi destabilizza, mi depista. L’allenatore elogia l’attacco, pur stigmatizzando la non coordinata volontà di correre a cento all’ora, e invece trova diversi coni d’ombra difensivi. Ecco, non sono d’accordo ma per questo motivo Marco Legovich allena in serie A e io scrivo scemenze. Per me la difesa, soprattutto quando la partita contava ancora, è stata di altissimo livello, non tanto nelle rotazioni difensive (alcune lente effettivamente) quanto per la capacità di tenere l’ “uno contro uno”. Viceversa l’attacco mi è parso godere di voragini altrui…nel senso che con la difesa trevigiana anche il sottoscritto qualche punticino l’avrebbe fatto. Penetrazioni non contestate, uomini battuti sul primo palleggio per “scarichi” con tiri “piedi per terra”; chiaro che sarebbe stupido complicarsi la vita eseguendo schemi invece di andare dritto per dritto al ferro, però i minuti di “garbage-time” sono un campanello d’allarme di cosa si rischia nell’aspettare il 24esimo secondo senza aver costruito nulla. E a Brescia sarà un’altra storia…
La regia di Ruzzier
Considero Michele Ruzzier il giocatore più importante della squadra. Sull’onda lunga dell’amico Carlo Fabbricatore ritengo che avere oggi un playmaker vero, con una visione di gioco superiore e tempi di passaggio giusti, sia non solo una rarità ma una ricchezza da preservare. Tutte le migliori prestazioni della Pallacanestro Trieste sono coincise con una brillante versione in regia del triestino, tutti i compagni hanno elevato il proprio gioco grazie al “direttore d’orchestra”. Ci sta poi che nella città dei playmaker quale è Trieste, sia proprio un figlio di questa terra ad avere le chiavi della squadra.
Non sottovalutare il rinforzo mancante
Ne abbiamo viste tante… la prima partita senza qualche pedina importante porta in dote una reazione positiva del gruppo per sopperire alla mancanza. Dalla seconda si cominciano a registrare problemi. Posto che la società non ha mai fatto intendere che non si lavorasse in tal senso, ritengo che sarebbe delittuoso non proseguire nell’ottica di rinforzare il roster. La salvezza non è raggiunta ma soprattutto forse sarebbe il caso di consolidare la “new-wave” americana, quella cioè fatta di ambizione e volontà di crescita. Settimana decisiva per il nuovo tassello?
Raffaele Baldini
Pubblicato il marzo 6, 2023, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Analisi giorno dopo, Nutribullet Treviso, Pallacanestro Trieste, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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