Le chiavi contro Reggio: evitare errori di superficialità, “disturbare” l’asse play-pivot e occhio all’ “Artiglio”

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Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

Neanche il tempo di gioire di un successo importante esterno ed ecco che il campionato presenta un’altra sfida importantissima, sia per definire la griglia alle Final Eight, sia per mettere possibili punti quale investimento per il futuro stagionale.

Attenzione al “rigetto”

A Cremona l’Allianz ha giocato con condizione pregresse complesse dal punto di vista fisico/tattico ma ideali dal punto di vista psicologico; ne è venuta fuori una prestazione di rara compattezza. Ora con Reggio c’è il pericolo di una “crisi di rigetto”, in cui il rilassamento per esser tornati a condizioni “normali” potrebbe far approcciare morbidamente al match. L’infortunio di Lever è un segnale che potrebbe alzare il livello di attenzione del gruppo, il resto però deve venir fuori dal grado di concentrazione di una squadra che ha la responsabilità di giocare da terza in classifica.

Cincia-to-Olisevicius

Attilio Caja ha insignito Andrea Cinciarini quale playmaker migliore di tutta la serie A. Apparentemente quella che può essere un’esagerazione, in realtà non lo è. Cinciarini è un regista vero, uno capace di “consumare” i 28 metri con passaggi lunghi smarcanti o di addormentare il ritmo per cominciare i giochi. Ha un “timing” pazzesco nei passaggi e letture di altissimo livello; non a caso, quando lui comanda le danze, le uscite dai blocchi del forte Olisevicius portano clamorosi dividendi (40% da tre punti). Quando va in panchina, la squadra inceppa leggermente la fluidità offensiva, i registi prestati alla causa (Crawford-Thompson) sono perlopiù attaccanti che possono anche scaricare il pallone.

Il multitasking Hopkins

Mikael Hopkins è tanta roba. Multidimensionale, non solo è astuto e con grande senso della posizione in fase difensiva, può esprimere offensivamente un campionario di soluzioni da diverse parti del campo. Tira con il 53.8% da due punti, il 54.3% da tre punti (tirando poco e bene!), il 75.5% ai liberi. Insomma è un’assicurazione nel reparto lunghi, anche perché i quasi 12 punti a partita sono quasi sempre frutto di una giocata corale, quasi mai di una forzatura.

“Artiglio” Caja

Fuoriclasse assoluto. Allenatore che, al di là di simpatie o antipatie, è un illuminato della nostra pallacanestro, mai compiutamente riconosciuto probabilmente per la poca inclinazione ai compromessi. Trieste ha sempre patito tatticamente le squadre allenate da Caja (non è l’unica), semplicemente perché giocano bene e sanno perfettamente come colpire nei punti deboli dell’avversaria; in più Caja ha esposto pubblicamente alcuni giocatori chiamandoli ad una reazione…

Raffaele Baldini

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Pubblicato il gennaio 16, 2022, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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